1914-1918, storia e cultura ad Ausonia

di Martina Stagno

Appuntamento con la storia e la cultura ieri ad Ausonia in ricordo del centenario della prima Guerra Mondiale (1914/1918).
L’associazione combattenti e reduci di guerra, distaccamento di Frosinone, ha organizzato un convegno durante il quale si sono ripercorsi i luoghi del conflitto ma soprattutto le sue cifre. Parliamo di uomini, donne, anziani, bambini, caduti civili e militari per un totale di circa 1.250.000 cifra che risuona nell’aria per la sua importanza.
Commovente la lettura di una lettera scritta da un giovane soldato in trincea al padre. La lontananza, l’onore di servire la patria, la paura di morire, il coraggio misto alla codardia, l’atrocità per la trincea e un ricordo sbiadito, della madre e del padre a cui si rivolge con riverenza. Questi i punti salienti della lettera scritta da qualcuno che in prima persona ha vissuto l’orrore della prima Guerra Mondiale.
Da brividi l’ascolto del discorso del Generale Diaz, che il 4 novembre del 1918, con il bollettino della Vittoria comunicava alla nazione la fine della guerra, successiva alla disfatta nemica. Altrettanto emozionanti le immagini di soldati, uomini, sul fronte e negli attimi di vita quotidiana.
Non è mancato il ringraziamento del primo cittadino volto all’impegno giornaliero e costante dell’associazione su tutto il territorio.
Oratore dell’incontro il cavaliere Pompeo Terrezza, consigliere nazionale e presidente provinciale, che ha voluto ricordare e sottolineare l’importanza di eventi come questi che consentono di portare avanti il ricordo di chi a causa della guerra ha perso la vita, così come quello di coloro che invece sono riusciti a tornare a casa,pur portando con sé un ricordo macabro dell’esperienza vissuta. Proprio il ricordo e la commemorazione di questi eroi, sono diventati la missione alla quale il cavaliere si dedica da numerosi anni, mantenendo la promessa fatta proprio ai reduci e combattenti.
Eventi come questi servono a ricordare a tutti noi quanto sia importante non dimenticare queste straordinarie persone grazie alla quali oggi possiamo e dobbiamo dire con orgoglio, “Siamo Italiani!”