A spasso nel Golfo e oltre: il Redentore e l’Eremo di San Michele Arcangelo (FOTO-VIDEO)

È uno dei più affascinanti e frequentati sentieri dei Monti Aurunci sia per gli aspetti storici e religiosi che per quelli paesaggistici ed ambientali. E’ il Sentiero escursionistico storico religioso Maranola – Monte Redentore, la cosiddetta “strada della statua”, nata per trasportare la grande immagine del Redentore che dal 1900 sovrasta dall’alto della cima del monte la città di Formia e il mare.

Partendo dal rifugio di Pornito si sale lungo il versante meridionale di Monte Altino attraversando le brulle pietraie che si affacciano sul Golfo di Gaeta.

Come si raggiunge Pornito: Da Formia prendere la strada che porta all’antico borgo medievale di Maranola (268 mt), proseguendo per la strada provinciale Maranola Redentore dopo circa cinque chilometri si raggiunge il quadrivio in località Campone (752 mt.) dove si trova un’area Pic-nic.

Voltando a destra proseguire per circa 1 km, nei pressi del rifugio in località Pornito si può lasciare l’auto ed iniziare a salire lungo il percorso brecciato seguendo il sentiero n. 60 caratterizzato dai tipici segni bianchi e rossi del CAI e dalla segnaletica del Parco.

La bassa vegetazione, costituita essenzialmente da bassi cespugli di salvia ed elicriso, offre un mirabile esempio di come la natura riesca a colonizzare anche gli ambienti più impervi ed inospitali.

Dal punto di vista geologico è interessante la parete a strapiombo della Roccia Laolatra che sovrasta gran parte del percorso. La parete quasi verticale, composta da un calcare compatto, offre rifugio a numerosi esemplari di falchi quali il gheppio (Falcus tinniculus) e il falco pellegrino (Falcus peregrinus). Delicate fioriture di Campanula tanfanii (piccoli fiori isolati su rami allungati, raro endemismo dell’Itaia centrale), Scabiosa crenata, Linum alpinum, ingentiliscono la parete in primavera.

Il sentiero arriva al Santuario di San Michele Arcangelo, incastonato nella roccia. La chiesetta originaria risale addirittura all’830 ed è dedicata per l’appunto a San Michele Arcangelo. Danneggiata nei secoli dagli agenti naturali, tornò a nuova vita a fine ‘800 grazie ai lavori commissionati dall’arcivescovo Francesco Niola. L’attuale chiesa è ospitata nella grotta naturale celata dalla facciata in pietra. In una nicchia scavata nella roccia della parete di fondo si trova alloggiata la statua di San Michele, che a quanto si dice ci teneva moltissimo a stare lì. Secondo la leggenda infatti fu la statua stessa ad imporre il luogo in cui il Santo doveva essere venerato.

La leggenda della statua di San Michele Arcangelo

In origine la statua si trovava in una grotta lungo il litorale di Gianola e da qui le toccava sorbirsi il linguaggio da marinai dei marinai del luogo. Ergo, riparò (da sola, pare) sul vicino monte Sant’Angelo nel territorio di Spigno Saturnia ma da qui continuava a vedere gli sboccati lupi di mare e allora si spostò sul Monte Altino. Gli abitanti di Spigno provarono a riportarla giù ma la statua testarda non ne voleva sapere, tornava sempre sul monte Altino, nel territorio di Maranola, e alla fine l’ebbe vinta: nel punto indicato venne costruita una cappella.

Il 5 agosto 1895 venne invece inaugurato l’Eremo che vediamo oggi. Tale data è riportata, assieme a quella del primo santuario (830), sopra la porta che si apre nella bellissima facciata della chiesetta, in stile neogotico e impreziosita da un rosone.

Ogni anno, San Michele Arcangelo è protagonista di due processioni. L’ultima domenica di giugno, infatti, la statua del santo viene trasportata a braccia dagli abitanti di Maranola su su per il monte in modo che da lì protegga, per tutta l’estate, le attività legate alla pastorizia.

Poi, il 29 settembre, data in cui si festeggia San Michele Arcangelo, un corteo di fedeli la riporta nella sua sede ‘invernale’, la chiesa dell’Annunziata.

Continuando il percorso lungo il sentiero che sale alla cima del Redentore sormontata dall’omonima statua, si potrà ammirare il panorama sul Golfo di Gaeta, ma anche Ischia, Capri e il Vesuvio. La cima si trova a 1252 m sul livello del mare e in pratica è una specie di ”cocuzzolo” del Monte Altino (il quale misura 1367 m s.l.m.) su cui è stata costruita una cappelletta sul cui tetto hanno piazzato la statua in bronzo del Redentore.

Per arrivare sulla cima del Redentore e all’Eremo di San Michele si può percorrere anche un altro percorso, dal versante Nord del Monte Altino, attraverso una faggeta, passando per il sentiero che parte dall’area pic nic La Valliera (per arrivare bisogna percorrere una strada sterrata), e incontrando, così, prima il Redentore e poi l’Eremo.

Fonte: Treeaveller e Parco Naturale Regionale Monti Aurunci