Amministratori PD contro le sale Slot. Sottoscritto protocollo per la provincia di Latina

Come esponenti del Partito Democratico con rappresentanze nelle diverse Amministrazioni comunali della Provincia di Latina riteniamo che occorra fare della lotta alla ludopatia una battaglia essenziale dell’azione politica, stilando regolamenti per la disciplina delle sale da gioco e dei giochi leciti, adottando ordinanze che disciplinino gli orari di attivazione delle macchinette e sensibilizzando la popolazione sui rischi di dipendenza.
In seno alla nostra compagine politica possiamo vantare l’esperienza del Comune di Formia, primo comune della Provincia a dotarsi, nel settembre 2014, di un Regolamento e a dettare gli orari di attivazione degli apparecchi. Riteniamo significativa questa esperienza sotto i seguenti profili:
1. dal 2014 al 2017 ci sono -39% di sale giochi, -9% di esercizi commerciali con all’interno slot e VLT e -38% di apparecchi.
2. fa molto riflettere l’orientamento assunto dal TAR Lazio di Latina che si è pronunciato sui ricorsi di alcuni gestori annullando l’ordinanza sindacale emessa su indirizzo del Consiglio Comunale relativa agli orari di attivazione fissata dalle 10:00 alle 20:00 adducendo le seguenti motivazioni:
– un presunto difetto di istruttoria nell’indicare puntualmente il numero dei soggetti ludopatici presenti sul territorio;
– la violazione del principio di proporzionalità per il quale afferma esservi grossi dubbi sull’idoneità della misura adottata a far conseguire l’obiettivo di lotta al fenomeno della crescente dipendenza delle persone dal gioco, in quanto sussiste l’agevole possibilità per i soggetti affetti da ludopatia di spostarsi in Comuni limitrofi, dove non siano stabilite le contestate limitazioni di orario. E, prosegue il TAR: “appare di dubbia utilità un approccio svolto in modo atomistico dal singolo Comune senza nessuna forma di raccordo della sua azione con gli altri Enti locali ed in particolare con i Comuni confinanti”.
– la compressione dell’iniziativa economica accresciuta dalla scelta della P.A. di interdire la fascia serale dalle 20:00 alle 24:00, cioè una fascia oraria posta al di fuori del normale orario di lavoro in cui perciò vi sarebbe maggiore potenzialità di clientela e né per tal profilo ha alcuna rilevanza che detta interdizione fosse stata indicata già dall’atto consiliare di indirizzo.
Questo deve far riflettere sulla necessità di intervenire con grande determinazione e tenacia in quanto la significativa evoluzione della giurisprudenza in materia, alla luce delle più recenti pronunce della Corte Costituzionale (sent. n. 300 del 2011 e sent. n. 220 del 2014), ha invece largamente legittimato gli interventi dei comuni in questo particolare settore.
Il Comune di Formia ha resistito, quindi, sia proponendo appello al Consiglio di Stato – si è in attesa della fissazione dell’udienza – sia emanando nuova ordinanza sindacale aggiornata ed arricchita di nuovi dati e delle recenti pronunce sempre più costanti e favorevoli del Consiglio di Stato in merito alla possibilità per gli Enti locali di disciplinare gli orari, in quanto dal complesso della normativa e della giurisprudenza europea e nazionale in materia di libero accesso ed esercizio delle attività economiche si ricava il principio per cui sono ammesse limitazioni che siano giustificate dall’esigenza di tutelare interessi pubblici rilevanti, tra cui l’ordine pubblico, la sicurezza e la salute.
 

Dall’esperienza maturata dai nostri colleghi del Comune di Formia è possibile allora trarre significative conclusioni.
1. La battaglia – in primis di tipo culturale – volta a tutelare le persone soggette a rischio usura e
disgregazione familiare e a prevenire la diffusione dei fenomeni di dipendenza dal gioco, seppur lecito, è ancora lasciata alla singola iniziativa dell’Ente Locale, coadiuvato solo da associazioni e tutto questo in un ingiustificabile vuoto legislativo e silenzio istituzionale;
2. il rapporto costi/benefici per lo Stato è irrisorio se solo si pensa che con la lotta alle ludopatie l’intera società civile può trarre benefici in termini di risparmio sui costi sanitari, sugli interventi su famiglie disgregate e senza più lavoro (numerosi i disoccupati e pensionati che investono nel gioco restando privi di mezzi di sussistenza per cui si rivolgono sempre più spesso ai Servizi Sociali comunali che devono intervenire finanziariamente; i malati di azzardo finiscono quasi sempre per perdere il lavoro e rovinare le loro famiglie; ogni ludopatico trascina nella sua spirale altre persone);
3. questa battaglia ha risvolti anche nei confronti della malavita che trae una fetta di guadagno cospicua dall’investimento nel settore dei giochi leciti, sia obbligando i gestori a installare macchinette di loro proprietà che alimentando il giro di usura che gravita inevitabilmente intorno ai locali in cui si esercitano dette attività (secondo le ultime relazioni della DIA i casalesi detengono circa l’80% del settore).
Riteniamo ancora che le proteste sollevate anche in questi ultimi giorni, in particolare in Liguria, e la minaccia di perdita di posti di lavoro, configurino un ricatto inaccettabile su questa che è diventata una vera e propria piaga sociale. Se il business del gioco d’azzardo venisse investito nel commercio o nell’artigianato si potrebbe davvero rilanciare l’economia nazionale. Nel 2015 gli italiani hanno speso, infatti, 25 miliardi e 963 milioni in Newslot e 22 miliardi e 198 milioni in Vlt. La Lombardia è in testa alla classifica per la raccolta complessiva del gioco d’azzardo: 14 miliardi e 65 milioni sono stati “bruciati” nelle macchinette; segue il Lazio con 7 miliardi e 611 milioni!
La quota più ampia del giro d’affari, pari al 55,8 per cento, è assicurata dagli apparecchi di intrattenimento seguiti dal gioco on-line (cosiddetto web gaming), diventato nel frattempo il secondo segmento del mercato, avendo superato lotterie istantanee (Gratta e vinci) e tradizionali (lotterie a estrazione differita), la cui raccolta negli ultimi anni è pressoché triplicata, con previsioni che lo indicano ulteriormente in crescita.
Vogliamo, quindi, agire in cinque direzioni:
– costituirci in rete come amministratori dei Comuni della Provincia per ridimensionare
l’offerta di gioco sollecitando i Comuni ad adottare regolamenti comunali che dispongano le distanze tra gli esercizi ove si esercita e i luoghi sensibili (scuole, centri anziani, teatri, cinema, bancomat, ospedali, spiagge), vietino ogni forma di pubblicità del gioco (messaggi pubblicitari, insegne e targhe, vincite) ed emanino ordinanze sugli orari, analoghe a quelle di Formia, ma da estendersi anche ai biglietti delle lotterie istantanee su piattaforma virtuale e/o con tagliando cartaceo (gratta e vinci, 10 e lotto, etc.);
– dare un impulso che parta dalla base (ad esempio i circoli PD della provincia in rete) per svolgere attività di sensibilizzazione sui rischi connessi al gioco d’azzardo patologico (GAP) e sulle irrisorie probabilità di vincita legate ai vari tipi di gioco;
– sollecitare, a tutti i livelli, l’adozione di una legge nazionale (vi sono due ottime proposte presentate dagli On.le Binetti e Basso entrambi del PD oltre a una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2014); attuare l’art. 14 inserito nella delega fiscale del 2012 e la finanziaria 2016; opporsi fermamente alla recente proposta sul gioco del Governo perché lede le prerogative di Regioni ed Enti e ridimensiona i poteri regolamentari dei Sindaci ai quali invece vanno conferiti, in materia, in misura maggiore e, infine, non si occupa delle più pericolose vlt mirando a ridurre solo il numero di slot; proporre una maggiore tassazione delle sale giochi;
– sollecitare l’adozione da parte della Regione di una Legge più puntuale che integri quella esistente con la previsione di forme di premialità per gli esercizi no slot ad esempio di incentivi/disincentivi tramite l’Irap, o ancora che proibisca espressamente la vendita di biglietti gratta e vinci e lotterie istantanee all’interno delle aree di vendita (edicole o bar) degli ospedali, similmente a quanto avviene per i prodotti alcolici ed il tabacco;
– introdurre una regolamentazione stringente del gioco istantaneo on line che sta assumendo proporzioni sempre più inquietanti.

Gli Amministratori Democratici.