Cervelli in fuga

Di Alessia Maria Di Biase.Erano belli e pieni di speranze, Gloria e Marco, i due ragazzi Italiani morti nel rogo di Londra.
Quello che è successo quella notte orami è stato stra-raccontato dai giornali di tutto il mondo, inutile ora ripetersi sulla cronologia degli eventi.

Ma questa storia, spinge tutti gli italiani, giovani e non a confrontarsi ancora una volta sul problema del lavoro.

Probabilmente, Gloria e Marco, avevano scelto di trasferirsi a Londra “volontariamente”, cioè solo per fare un’esperienza lavorativa diversa, ma quanti ragazzi, invece, sono purtroppo costretti a partire per cercare altrove la giusta collocazione lavorativa, un’adeguata dignità professionale, un salario sufficiente e proporzionato allo sforzo lavorativo. 

In questi giorni, nei si parla tanto di conferire agli stranieri gli stessi diritti degli italiani, viene anche da chiedersi quali siano questi diritti per i quali ci si batte tanto.  

Il lavoro è il primo diritto che dovrebbe essere assicurato a un cittadino, eppure, ancora tanti, troppi cervelli scappano dall’Italia per guadagnarsi una vita dignitosa tanto, alla fine, da arrivare persino a perderla.

Ci eravamo tutti indignati davanti al caso Regeni (tra l’altro ancora irrisolto), perché un giovane ragazzo era stato ucciso proprio a causa delle sue ricerche di studio, lo stesso si era detto nel caso di Valeria Solesin, fino a sperare di mettere la parola fine con la tragedia nella quale è morta, qualche giorno prima di Natale, Fabrizia Di Lorenzo.

Evidentemente, la parola fine, a questa lunga lista di morti ingiuste e ingiustificabili, non la metteremo mai e chissà quanti altri nomi dovremo aggiungere prima che si arrivi a capire che in questo Paese c’è urgente bisogno di una soluzione.

Gloria e Marco, sono state vittime di un sistema economico che sembra ormai essersi chiuso ermeticamente, senza lasciare spazio ad un filo d’aria, soffocando le nuove generazioni come il fumo di Londra ha fatto con questi due ragazzi; speriamo solo, che almeno lassù, possano trovare la giusta collocazione, quella alla quale tutti i giovani aspirano e che, a dispetto di quanto qualcuno pensa, meritano.