Festival della Commedia, Cardillo Cupo: “Formia si ridicolizza da sola”

“Formia si è confermata città della commedia all’italiana. Non tanto per il finale della prima edizione del Festival della commedia italiana che si è chiuso due giorni da diretto da Conti e ideato da Tognazzi e la Izzo, quanto piuttosto perché grazie a questa edizione l’amministrazione Villa si conferma per una miopia unica per gli eventi culturali, tra cui, appunto, anche questo Festival, strappando sorrisi ironici e sarcastici”. Così il consigliere comunale di Formia Pasquale Cardillo Cupo.
“Al di là dei meriti di una pellicola divertentissima, -continua Cardillo Cupo- con uno straordinario Alberto Sordi, cosa lascia alla città di Formia? Un festival è una rassegna che propone qualcosa di nuovo, che aiuta il pubblico a staccare la spina senza spegnere il cervello e non ad atrofizzarlo, un festival mette in gara film che sono anteprime e novità (come insegnava il MystFest di Cattolica) non produzioni vetuste che offendono le intelligenze di una città che dice di voler puntare al cinema. Che resta a Formia di questo festival? Le passerelle degli amici degli amici e forse qualche piccolo interesse su un palcoscenico che non richiama novità, data la banalità dell’offerta recepita dall’amministrazione comunale. L’investimento è stato anche importante ma la ricaduta non c’è stata, se non per aver fatto divertire il pubblico, peraltro solo le ultime due serate, non in un festival ma in un cineforum”.

“Qual è l’ambizione di Formia con questo festival? Promuovere film da cui togliere la polvere o promuovere la città? Dove abbiamo letto il nome di Formia grazie a questa rassegna cinematografica e all’importante investimento realizzato con soldi pubblici? Se poi due secondi di menzione televisiva, isolati e senza alcun ritorno, debbano costare circa 40 mila euro di soldi pubblici, significa davvero vivere fuori da una realtà che ci vede prossimi al dissesto finanziario e sempre più fanalino di coda del comprensorio”, conclude il consigliere di Fratelli d’Italia.