Gaeta: illustrato lo statuto della Congregazione di Maria SS. di Porto Salvo

di Gabriella Gelso

In questo periodo è grande festa nel “Borgo” di Gaeta, per i festeggiamenti della solennità di Maria SS. di Porto Salvo, una devozione con origini antiche, che oggi continua ancora a vivere con gli stessi valori di un tempo.

La parrocchia dei SS. Cosma e Damiano, giovedì 9 agosto, ha ospitato un evento importante tutto dedicato alla “Madonna Nostra”, così come viene definita dal popolo gaetano: Don Giuseppe Rosoni ha ospitato in “Sala Don Gennaro”, la professoressa Sabina Mitrano, per parlare della nascita della “Congregazione di Santa Maria di Porto Salvo”, la quale, ha illustrato lo Statuto di tale Confraternita, riconosciuta il 28 giugno 1777, spiegandone la composizione: “Dopo la fondazione della Chiesa, la nascita del culto dedicato alla Madonna di Porto Salvo, nella nostra città ha origine una Congregazione. La storia narra che nel 1734 Gaeta viene conquistata dai Borbone ed in questo periodo, la Congregazione, come anche altre esistenti sul territorio, riesce ad ottiene un riconoscimento Reale.

 

Nell’era Borbonica quindi, possiamo contare a Gaeta ben diciassette congregazioni, di cui, la maggior parte è dedicata alla Madonna. Andiamo a vedere quindi lo Statuto della Congregazione di Maria SS. di Porto Salvo. Nella prima pagina troviamo la richiesta dei membri della Congregazione di essere riconosciuti attraverso il Regio Assenso, o perché è stato perso, oppure perché non è stato ancora ricevuto; questo fa capire che esse esistevano già. Nella seconda e terza pagina ci sono le firme di questi 36 membri, i quali, effettuano tale richiesta a Ferdinando di Borbone. Nelle altre pagine troviamo il cuore del suddetto documento, ovvero le regole utili per far parte della Confraternita. La prima regola è quella della carità cristiana, cioè di avere rispetto e amarsi reciprocamente. In seguito, si passa a regole un pochino più tecniche, nel secondo paragrafo vi è la descrizione dei doveri, come la partecipazione alle funzioni dell’Altissimo e della Beata Vergine, gli iscritti devono partecipare uniti in oratorio e recitare la terza parte del Rosario. Ogni prima domenica del mese devono confessarsi e comunicarsi. Successivamente c’è tutta la parte riguardante la nomina del primo ufficiale, del responsabile e l’economo. Viene indicato, anche, che bisogna invocare lo Spirito Santo e chiudere con il canto del Te Deum questi passaggi. Arriviamo alla terza sezione, (sono cinque in totale), questa è anche la più breve, dove viene indicato che il Priore dovrà essere eletto obbligatoriamente dai monaci del Convento degli Agostiniani Scalzi. Il capitolo quarto è interamente dedicato a questioni economiche, bisognava pagare ogni gennaio una quota per l’iscrizione alla Congregazione. In aggiunta vi era una persona che si occupava del denaro, non si potevano fare spese autonomamente, ma si doveva chiedere l’approvazione di tutta la Congregazione. Il quinto capitolo riguarda gli obblighi in caso di morte dei congregati, in questo caso subito bisognava avvisare il Priore, il quale, dava segno ai confratelli con i tocchi della campana. Questi dovevano recarsi in processione nella casa del defunto, prendere il cadavere e sempre tramite processione, condurlo in chiesa. Dopo uno o quattro giorni massimo, si celebravano i più solenni funerali”.

Un ringraziamento è stato fatto anche all’Associazione “Gaeta e il Mare”, che ha fornito il documento ufficiale esposto in sala all’attenzione di tutti i presenti.