Gaeta, Simeone: “L’atto aziendale dell’Asl cancella pneuomologia nel sud pontino”

Giuseppe Simeone
Giuseppe Simeone

GiuseppeSimeone2-640x280L’atto aziendale redatto dal direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi, si sta trasformando in una lettura avvincente. Perché ogni volta che lo leggo scopro nuovi colpi di scena. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, quello che riguarda l’ospedale Di Liegro di Gaeta. La struttura, destinata ad ospitare una casa della salute, è stata smembrata. Per odontostomatologia è stato eliminato il dipartimento. Il servizio oncologico è stato spacchettato tanto che le visite sono effettuate a Gaeta mentre le cure sono somministrate al Dono Svizzero di Formia costringendo i pazienti a massacranti viaggi della speranza da un ospedale all’altro. Riabilitazione è stata chiusa. La struttura specialistica di pneumologia, per la cura delle patologie pneumologiche ed allergologiche, è scomparsa come se non fosse mai esistita lasciando un vuoto nei già precari servizi sanitari del sud pontino. Alcuni reparti come quello del Day Surgery Polispecialistico è stato sospeso per un guasto all’aria condizionata che, ovviamente, non è stato ancora riparato. Caporossi è riuscito in poche pagine a distruggere le eccellenze sanitarie nella provincia di Latina, a rendere gli ospedali del sud del territorio l’ombra di se stessi, a togliere ai cittadini ogni speranza di ottenere cure all’altezza delle loro esigenze. Il tutto condito con frasi ad effetto come la necessità di aumentare l’assistenza territoriale, implementare i servizi rendendoli sempre più vicini ai cittadini, aumentando l’efficienza nella loro erogazione. E, ciliegina sulla torta, ha inserito come priorità la creazione di una rete assistenziale per tutta la provincia. Qui l’unica rete che vediamo è quella che servirà ai cittadini per salvarsi da scelte che, fuori da ogni logica, infliggono il colpo mortale ad una sanità che era già in uno stato vegetativo. Forse la decisione di non coinvolgere alcuno nella redazione del piano è stata accurata e minuziosa così come il fatto di aver dato ai sindaci poco più di due giorni per leggerlo. Evidentemente Caporossi sperava che con tempi così stretti nessuno si sarebbe accorto di quello che era e resta uno scempio inaccettabile che trova conferme nella cancellazione della rete pontina per l’infarto, con la divisione di cardiologia dall’emodinamica al Goretti di Latina, nell’eliminazione di specialità quali oculistica, urologia, rianimazione, riabilitazione, radiologia, chirurgia vascolare al Dono Svizzero di Formia, nella penalizzazione dei reparti di ostetricia, pediatria e neonatologia e nel depotenziamento del pronto soccorso al San Giovanni di Dio di Fondi. Tutti fattori, e sono solo una sintesi, che dimostrano come l’atto di Caporossi sia la Caporetto della sanità nella provincia di Latina.