#Gaeta, una donazione per l’Archivio Storico di #Formia

Si è svolta a Formia, nel pomeriggio di Venerdi 25 Settembre un’ iniziativa di profondissimo rilievo culturale, oltreché sociale: la donazione all’Archivio Storico Comunale “Franco Miele” di teche in cristallo da parte delle Associazioni International Inner Wheel Club di Formia-Gaeta e la F.I.D.A.P.A. B.P.W. – Italy sez. Gaeta-Formia-Minturno.
L’evento, organizzato proprio nella sede attuale dell’Archivio, la Torre di Mola, con la presenza del Sindaco dott. Sandro Bartolomeo, ha rappresentato il culmine di uno stimolante percorso condiviso di incontri e confronti, da cui è emersa l’esigenza di contribuire a realizzare quello che rappresenta l’obiettivo fondamentale dell’Archivio: la riunione, il recupero e la conservazione di tutti i documenti della memoria cittadina che, altrimenti, potrebbero andare dispersi o distrutti. Da qui l’idea di donare apposite teche in metallo e cristallo, che andranno a raccogliere e custodire taluni documenti preziosi per la storia della città, non solo dei suoi aspetti amministrativi, ma anche dell’evoluzione del suo popolo, come ben messo in risalto dal dott. Vincenzo De Meo, col suo intervento “L’Archivio e le sue potenzialità”.

Ad oggi l’Archivio conserva oltre 4.000 documenti costituiti prevalentemente da corrispondenza, deliberazioni di Consiglio e di Giunta nonché atti del Podestà e del Prefetto, Regolamenti, codici, elenchi, disposizioni, ordinanze del Sindaco, prevalentemente degli anni 1815-1940: sono proprio le lettere ed i carteggi con i privati gli spunti che ci consentono di “percepire e rievocare”, di rendere “vive” le storie del nostro passato, rendendo l’Archivio prezioso patrimonio di umanità.

Infatti le past-president delle Associazioni coinvolte, la signora Mariella Saponaro e Gina Monforte, hanno dato lettura di documenti che hanno restituito l’immagine piu’ profonda della vita cittadina, regalandoci momenti di grande emozione: ricordando l’una il resoconto di una dottoressa che si prodigo’ per i feriti di guerra, improvvisando un ospedale da campo, l’altra le note di una levatrice che rivolgeva istanze di rimborso al Podestà del “cavallaggio”, ossia degli oneri sostenuti per recarsi nelle frazioni montane di Formia ad operare con le partorienti.

Emerge da queste letture una comunità viva e solidale, operosa, di donne e di uomini capaci di ricostruire, dopo le distruzioni, interpreti di profondo impegno e passione civile, professionale, culturale.