I mazzancuogni del Re. I soggiorni a Mola di Re Ferdinando

La prima visita di Ferdinando IV a Mola è avvenuta nel 1815, in occasione del suo viaggio verso Vienna, dove si stava recando per prendere parte allo storico Congresso. Fu accolto a Formia dal Barone Simone Mattej (padre del pittore Pasquale).
Il palazzo del Barone Simone fu riorganizzato, abbellito e adornato in breve tempo per l’arrivo del Re. Questi rimase entusiasta dell’accoglienza tanto da spedire poi dei doni al Barone. Gli fece pervenire al duo ritorno, un elegantissima tabacchiera in oro con un fregio composto da 36 brillanti e nel centro le iniziali F.B. anch’esse in brillanti . Il Re concesse inoltre per il suo Palazzo il “Diritto alla Catena” .
 
In seguito il Re, saputa la cattiva salute del Barone, si occupò del piccolo Pasquale Mattej, e di sua sorella, riconoscendogli una borsa di studio a Napoli, che gli permise di compiere lì i suoi studi.
 
Re Ferdinando IV, divenuto ormai Ferdinando I delle Due Sicilie, si fermò ancora a Mola, soggiornandovi sia all’andata (1821) che al ritorno (1822) del suo viaggio intrapreso per recarsi al congresso di Laybach (Lubiana) .
 
In alcune lettere, scritte alla sua seconda moglie (morganatica) la Duchessa di Floridia, il Re offre le sue impressioni di viaggio. In entrambe le lettere le descrive il suo arrivo a Mola e le spedisce pesce e frutti di mare che i formiani non mancavano di donargli.
 
“Mola 14 Maggio 1821
 
Grazie a Dio in sette ore meno dieci siamo venuti qui (a Mola) felicissimamente” dopo la descrizione del viaggio e dei saluti conclude “Spero avrai ricevuto in buono stato il pesce che ti mandai…. e che similmente verranno buoni i Mazzancuogni che ti ho mandati”
 
“Mola di Gaeta 22 ottobre 1822
 
Grazie a Dio felicissimamente in sei ore in punto sono giunto in Mola di Gaeta”. Anche questa volta, a Mola il Re riceve dei doni che manda alla sua Duchessa “Riceverai dei Dattoli (datteri) …ed alcuni frutti per mezzo dell’uomo che me li ha portati.”
 
Sarebbe auspicabile che qualche operatore nel campo della ristorazione potesse sfruttare questo aneddoto e creare un piatto ad hoc. Anche questo fa parte della riscoperta della nostra storia e l’unione di cultura, gastronomia, e storia locale è quanto di più auspicabile per differenziarsi oggi anche nel campo del turismo.
 
Daniele E. Iadicicco