Intervista a Lorenzo Di Ciaccio, inventore di Pedius

lorenzo di ciaccio

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Far telefonare le persone sorde. È questo l’obiettivo di Lorenzo Di Ciaccio, 28enne startupper che ha lasciato il proprio lavoro per realizzare questo progetto.
In realtà i sordi possono, o meglio potevano, già telefonare, grazie all’aiuto di una persona che riceve da loro le comunicazioni e le riporta a chi sta dall’altra parte del telefono.
Si chiama servizio Ponte Telefonico. Questo però significa dover raccontare le proprie cose a un estraneo per dirle alla persona con cui il sordo vorrebbe comunicare. Inoltre il servizio, prima offerto dalle regioni, attualmente non è più in funzione, come hanno raccontato le Iene un anno fa.
Proprio dopo aver visto il servizio in tv, Lorenzo ha deciso di cercare di capire se una soluzione fosse possibile. Ed è così che è nata Pedius.

Noi del Gazzettino del Golfo abbiamo contattato Lorenzo che è stato molto felice di rispondere ad alcune nostre domande:

Ciao Lorenzo, raccontaci qualcosa di te
Sono Lorenzo Di Ciaccio e sono nato a Gaeta. Nonostante fossi portato maggiormente per le materie scientifiche ho scelto di frequentare il liceo Classico di Formia per conoscere meglio quello che mi riusciva di meno. Mi sono trasferito a Roma nel 2008 per frequentare la facoltà di Ingegneria Informatica alla Sapienza e dopo la laurea triennale ho lavorato per 4 anni nel web, dai siti internet ai servizi per lo streaming per radio e web TV. Nel tempo che rimaneva portavo avanti gli studi.

La tua app è sicuramente un utile servizio sociale, come ti è venuto in mente di svilupparla?
Tutto è dato da un servizio in tv sulla chiusura del servizio ponte, un centralino che tramite interpreti metteva in contatto udenti e non. Per me non era concepibile che con tutta la tecnologia a disposizione
non ci fosse un’alternativa al servizio ponte per telefonare.
Adesso a distanza di un anno quell’idea sta per diventare un’azienda.
Questo lo devo a tutte le persone che non si sono fermate a fare complimenti, ma che hanno deciso di affiancarmi in questo percorso.
Grazie Alessandro, Sara e Stefano.

Dove hai trovato il coraggio per investire in un momento così difficile per l’economia italiana?

Vista da fuori può sembrare una follia, ma per me è stata una scelta quasi naturale. In un periodo di crisi la sicurezza non è un contratto, ma le proprie capacità sì. Ho 28 anni, non ho grandi spese, ma ho delle capacità e un’idea. Questo è il momento di rischiare! Ora dopo un anno non mi pento della scelta, anche se la strada da
percorrere è ancora lunga

Cosa ti aspetti dal futuro?
Dal futuro non mi aspetto nulla, piuttosto ho qualcosa che vorrei lasciare al futuro. Il sogno è quello di mostrare che da un problema come la sordità può nascere un’azienda in grado di creare valore e posti di lavoro. Portare al di fuori dell’Italia e far sì che il telefono non costituisca più una barriera per le persone sorde.
Pochi giorni fa ho ricevuto una mail bellissima da una mamma non udente in attesa del suo primo figlio.
La donna ha avuto un malore mentre era a casa da sola e grazie a Pedius è riuscita a telefonare al suo medico che l’ha rassicurata consigliandole il farmaco da prendere.
Un messaggio del genere per me vale più di uno stipendio.