“L’abbiamo detto in assemblea dei soci dove il Comune di Formia ha espresso voto contrario, così come gli altri sindaci pontini di centrosinistra: questo bilancio – sostiene Marciano – fa acqua da tutte le parti. Anche altri Comuni hanno espresso parere fortemente negativo, salvo essere costretti ad astenersi perché ricattati dal pegno delle azioni Depfa. Il bilancio, altrimenti, non sarebbe passato. Solo nel 2014 l’azienda ha portato in svalutazione crediti per oltre 15 milioni di euro e altri 28 ha programmato di svalutarli nel corso dei prossimi cinque anni. Questo significa che Acqualatina arriva a svalutare una percentuale rilevante di quello che fattura. Evidentemente, non riesce ad incassare le esose tariffe che impone ai cittadini. Quando ci si trova di fronte ad un incremento tariffario, al riconoscimento di oneri non previsti e alla difficoltà di riscuotere significa che siamo in presenza di problemi strutturali profondi e il bilancio li riflette pienamente attraverso gli indicatori di liquidità e disponibilità che sono prossimi allo zero. Quanto ai presunti investimenti di cui parla Besson, a noi risulta che siamo indietro di diverse decine di milioni di euro rispetto al piano approvato dai Sindaci. In ogni caso, gli investimenti realizzati sono stati tutti pagati dagli aumenti tariffari o da contributi della Regione Lazio. Fondi che non sono certo il frutto della gestione di Besson o del socio privato di cui è espressione. Malgrado i tanti regali, l’indice di liquidità non è migliorato. Segno che abbiamo a che fare con un pozzo senza fondo su cui pesano i cinque milioni di euro l’anno di oneri bancari del mutuo Depfa, equivalenti al 30% della spesa relativa al personale. Il cda di parte pubblica è stato sfiduciato dalla stragrande maggioranza dei sindaci. Se avesse rispetto per i cittadini, dovrebbe dimettersi, anziché rimanere incollato alla poltrona con la protezione del socio privato che nell’ultima assemblea ha impedito la sfiducia facendo mancare il numero legale”.
Quanto alle crisi estive di approvvigionamento idrico, “per stessa ammissione di Acqualatina – sostiene l’assessore Marciano – il grado di dispersione idrica delle reti del sudpontino è superiore al 65%. Imputare la ragione della crisi senza precedenti che si è verificata in quest’ultima estate a fenomeni di siccità è pertanto privo di ogni fondamento. In base ai dati forniti dallo stesso gestore, sono venuti a mancare 75 litri al secondo ma le perdite sono almeno tre volte superiori. Questo dato già sconfessa le spiegazioni di Acqualatina. Altroché naturali – conclude -. Queste sono catastrofi umane… troppo umane”.
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