Gaeta, viaggio nella scuola del mare che dà lavoro al 100% dei suoi allievi
Il bilancio nel 2014: 30 assunzioni su 30 diplomati
La soglia record del 100% è equivalsa, nel solo 2014, a 30 contratti per 30 diplomati: 20 come tecnici superiori di conduzione del mezzo navale (coperta) e 10 come tecnici nella gestione apparati e interni di bordo (macchine). Ma è l’intero tragitto che stabilisce l’eccellenza dell’istituto, “fucina d’avanguardia” collaudata nella partnership tra didattica ed aziende, ore di lezione ed esperienze a bordo. Gli allievi si formano sui libri, con discipline che vanno dal diritto, alla fisica, all’inglese. Il test che ultima la scrematura sono i 12 mesi di navigazione, quanto basta a valutare ed essere valutati sulla propria idoneità professionale. Se la risposta è sì, c’è una lettera di assunzione che può essere scartata il giorno stesso del diploma.
Il presidente: così si accompagnano i giovani nel mondo del lavoro
Non proprio la routine, in un paese che soffre lo scarto tra formazione e richieste effettive del mercato del lavoro. Come si realizza il suo esatto opposto? Secondo Cesare d’Amico, presidente della Fondazione Giovanni Caboto, «il cosiddetto matching di domanda e offerta si costruisce perché viene tutto accuratamente preparato dalle aziende: già in fase di selezione, le società valutano quali sono le necessità effettive. Insomma, si ammette il numero di allievi che potrà poi essere impiegato a bordo delle navi». Insomma, nient’altro che una «correlazione tra la componente didattica e le aziende, per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro. Dopo una selezione piuttosto severa i ragazzi già sanno che, insieme al diploma, troveranno il loro primo impiego a bordo delle navi. Ed è sempre in fase di selezione che le varie aziende scelgono i ragazzi, che poi seguono con un’attenta e costante attività di tutorship».
Studio, diploma, lavoro. La sequenza è sempre più rara, in un’Italia con un tasso di disoccupazione giovanile che ha appena sfiorato il 44%. Un altro – storico – l’Its del mare, l’Accademia della marina mercantile per la mobilità sostenibile di Genova, vanta un tasso di assunzioni del 100%. Ma il modello si può riprodurre su terreni diversi? «Obiettivamente ci sono già altri Its con un grado di correlazione molto stretto tra componente didattica e ruolo delle aziende – spiega d’Amico – Il nostro modello è replicabile nella misura in cui “Its” non si limita ad essere espressione di una formula didattica: ci deve essere l’accompagnamento di un’azienda che promuove l’Its e dà seguito al proprio impegno di dar spazio ai ragazzi tra le sue fila».
Ragazze a bordo: crescono gli allievi donna
A proposito di ragazzi: è vero che le professioni marittime sono (solo) maschili? Il pendolo è ancora sbilanciato sugli uomini, ma le donne rispondono all’appello dell’Its di Gaeta con quattro diplomate nel 2014 e tre allieve in corso. L’ultima per ammissione, Maria Grazia Russo, ha 28 anni e un curriculum diverso da quelli più tradizionali: maturità scientifica a Catania, laurea in psicologia, varie esperienze lavorative. Poi la folgorazione per il mare: «Mi sono avvicinata a questo mondo per caso. Ho lavorato in una compagnia di animazione, come hostess, e da lì è nata la passione. Ho fatto i sei mesi di corso di allineamento e una serie di avvenimenti mi ha portato a tentare». Tentativo non facile: 25 ammessi su 300 domande, uno sbarramento da college d’eccellenza. Le ragazze iniziano a “salpare” nelle carriere marittime? «Non ancora, diciamo che la percentuale è ancora molto bassa. Io considero un privilegio portare avanti la categoria. Magari si avvicineranno altre donne a questa professione».
fonte: ilsole24ore
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