“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Ho scelto questa lettura del Vangelo di Marco –ha esordito, nell’omelia, don Mariano Salpinone, parroco al Villaggio Don Bosco a Formia, che ha celebrato la messa funebre per il rito esequiale del congedo terreno di Gianluca Ialongo insieme al viceparroco locale, don Maurizio Di Rienzo, nella chiesa dell’Annunziata a Itri– perché anche nostro Signore ha provato il dolore, allorquando ha vestito i panni dell’uomo come tutti noi.
Ma al dolore umano ha posto rimedio la speranza del ritorno al Padre, così come è accaduto per Gianluca per la cui prematura perdita è innegabile che ci siano, in questo momento, una famiglia privata e una comunità intera lacerate dalla sofferenza. E la forza per vincere questo sconforto, sta proprio nella convinzione che, dopo la sofferenza terrena, ci si ritroverà tutt’insieme un giorno futuro. Resta, per ora, la presenza tutelare sulla moglie, la figlioletta e il nascituro, di Gianluca trasformato, per il momento, in una sentinella celestiale che veglia sui suoi cari.”
Grande la commozione che si leggeva sui volti, rigati di lagrime, di tanti che avevano trovato posto all’interno della chiesa stracolma in ogni ordine di posti. Un lungo applauso e il lancio di due gruppi di palloncini bianchi hanno salutato il feretro prima che il corteo, con la bara del panettiere 26enne il prossimo 17 maggio, prendesse il via per l’ultimo straziante viaggio della vittima dell’incidente stradale del 28 aprile alle porte di Roma verso il cimitero di Itri.
Di Orazio Riggieri
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