Nel 2030 la depressione sarà la patologia cronica più diffusa al mondo: cinque frasi da non pronunciare a chi ne soffre.
Al 4% della popolazione mondiale è stata diagnosticata la depressione. In Italia 4,5 milioni di persone ne soffrono. La fase più delicata risiede proprio nell’identificazione della malattia, la quale spesso viene associata ad un mero stato di tristezza e rassegnazione. Laddove il soggetto non sia completamente cosciente dello stato di alterazione del suo umore, è importante che le persone appartenenti alla sua cerchia di amici ne prendano atto.
In primo luogo, è importante sottolineare che esiste una differenza sostanziale tra la depressione e la tristezza: la contestualizzazione. Si può partire da qui per capire se noi in primis o una persona cara stia cedendo alla patologia cronica. Mentre la tristezza nasce da un concreto input esterno, la depressione è prolungata nel tempo ed apparentemente non possiede una vera e propria ragione d’essere.
Esempio: sto vivendo un lutto e sono triste, questa è una risposta normale ad un evento traumatico; ho vissuto un lutto cinque anni fa e sono ancora triste, in questo caso si può iniziare a parlare di depressione. È importante rivolgersi ad uno specialista, nel momento in cui il sintomo di malinconia e insoddisfazione diventi persistente e, nei casi più gravi, invalidante. Dal canto loro, le persone che condividono la quotidianità del soggetto in questione dovrebbero evitare cinque frasi.
Evita queste cinque frasi, potresti causare un’ulteriore degenerazione della malattia nel soggetto che ne soffre:
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