La notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2012 la pioggia battente ingrossò il letto del rio che scorre al confine tra i Comuni di Formia e Gaeta. Il fiume ruppe gli argini e devastò le campagne. Una coppia di anziani fu sorpresa dalla forza delle acque. Il marito riuscì a salvarsi, la moglie no. Per trovarla ci vollero ore di ricerche. Il corpo era a centinaia di metri di distanza, trascinato dalla piena. Tutto questo potrebbe ripetersi perché, da allora, nessun serio intervento è stato effettuato per la messa in sicurezza degli argini. Nonostante le numerose denunce e segnalazioni avanzate dai Comuni interessati.
E la stagione delle piogge si avvicina.
Un primo saggio di quello che potrebbe succedere si è avuto domenica 25 agosto. Il tappo di alberi, rami e rifiuti trascinati dalla corrente ha prodotto una nuova, lieve esondazione. E se i danni sono stati alla fine limitati è grazie alla tempestività delle squadre intervenute, oltre che all’inferiore portata e durata delle precipitazioni.
Il punto è la competenza. Come si evince da una precedente, copiosa corrispondenza intercorsa tra il Comune di Gaeta e i vari enti coinvolti, del Pontone è responsabile la Regione Lazio. Lo conferma anche una nota dell’amministrazione provinciale (prot. n. 77668/2012). Gli argini del fiume, in molti tratti assenti o dissestati, vanno messi in sicurezza. I rischi sono stati ampiamente segnalati, tanto alla Regione quanto ai Consorzi di Bonifica. “Purtroppo – recita la lettera a firma dei due sindaci – ad oggi i Comuni di Formia e Gaeta non hanno ricevuto ancora notizie in merito alla questione”.
In ballo non c’è solo la sicurezza idraulica della Canzatora, il quartiere cresciuto sulle due sponde del Pontone. “Nei casi di esondazione del rio – sottolineano Mitrano e Bartolomeo nella nota inviata- confluiscono a mare e sulla spiaggia di Vindicio rifiuti di ogni genere e di difficile classificazione, comportando significativi danni ambientali”. Il fenomeno si ripete ogni anno, con “ricadute fortemente negative sulle numerose attività economiche e balneari che insistono sul litorale, sulle quali già grava il peso di una crisi economica più generale”. Agli atti della Regione Lazio risulta inoltre un progetto di sistemazione del corso d’acqua (nel tratto interno, ricadente nel territorio comunale di Itri), che è stato “finanziato e mai realizzato”. Sulla parte a valle, invece, servono “interventi infrastrutturali per la messa in sicurezza degli argini”.
Nell’immediato, le due amministrazioni comunali chiedono “un sopralluogo urgente per definire con gli uffici gli interventi tecnici necessari a garantire una messa in sicurezza del corso d’acqua e la definizione di alcune problematiche in sospeso”. Perché il lavoro inizi. E non si intervenga quando è ormai troppo tardi.
fonte: comunicato stampa congiunto
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