“Una notizia che aiuta a fare chiarezza e che ci consegna prime certezze importanti per la ricostruzione di un quadro di verità e di trasparenza sulla reale situazione di pericolo causata dall’incendio e subìta dai residenti e dalle aziende agricole insediate nei pressi dell’impianto di rifiuti dove si è verificato il rogo che ha causato l’emergenza sanitaria, ambientale e che ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia agricola a seguito del divieto di raccolta e vendita degli ortaggi”.
Così David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, commenta l’esito negativo delle analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana sui vegetali prelevati a campione dalle campagne di Ardea, Pomezia, Lanuvio, Aprilia, Anzio e Genzano. I dati rilevano la totale assenza di idrocarburi policiclici aromatici da trifoglio, orzo, insalate, grano, foglie di fave e carciofi, fieno, prato per il pascolo degli ovini, scarola, bieta, lattuga, piselli.
“Il quadro delle risultanze non è completo, attendiamo anche l’esito delle analisi sulla eventuale presenza di diossina, ma questi primi risultati restituiscono serenità ai cittadini e agli imprenditori agricoli di Ardea e Pomezia che fino a venerdì scorso, prima del rogo, avevano abitualmente raccolto frutta, ortaggi e verdure per consegnarla agli operatori di mercato o anche venderla direttamente in azienda. Dobbiamo ancora aspettare altre 24 ore prima di poter archiviare questa brutta pagina. Nell’auspicio che anche le verifiche sulla dispersione eventuale di diossina in atmosfera si concludano con esito negativo, ci rallegriamo per queste prime rassicuranti notizie”. Intanto però le 150 aziende insediate nei 4.000 ettari delimitati dalla fascia di interdizione dei 5 chilometri continuano a registrare perdite economiche pesantissime per la impossibilità di commercializzare i propri prodotti orticoli. “Abbiamo chiesto alla Regione Lazio di attivare un tavolo istituzionale dove procedere alla prima quantificazione dei danni da mancato reddito per indennizzare le imprese. Non è pensabile – aggiunge il direttore della Coldiretti del Lazio, Aldo Mattia – che sia il sistema agricolo locale a dover pagare le conseguenze di un disastro la cui origine va ricercata altrove”.
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