E specificatamente sul sud pontino: “Qui la sanità versa in condizioni gravissime, incapace di curare e con i cittadini inermi spettatori della chiusura di ospedali, di altri lasciati semiaperti ed altri ancora riconvertiti in punti di primo intervento e con la spada di Damocle di una chiusura l’anno prossimo, a fronte di una ipotetica riconversione in strutture ambulatoriali diurne di cui ancora non sono noti tempi e modi”.
Chiosano da Formia 5 Stelle: “Rispetto ad una sempre più crescente domanda di salute, abbiamo assistito a una riduzione in numero e in qualità dei servizi sanitari sia nelle condizioni di elezione sia in quelle di urgenza/emergenza senza ancora che sia rimesso al centro del cerchio della salute il cittadino e i suoi bisogni ma soltanto logiche economiche e di bilancio che di fatto hanno favorito i privati, presenti massicciamente anche nel nostro territorio. In particolare sui PPI – aggiungono da Formia 5 Stelle – ci opponiamo fermamente alla loro trasformazione fin quando non sarà chiarito, come richiesto dai nostri portavoce regionale che hanno impegnato la Giunta Zingaretti, come verranno gestite le migliaia di prestazioni che essi attualmente forniscono”.
Punto finale dell’analisi: “Va fornito alla comunità un ospedale degno di questo nome che non costringa gli ammalati a dover peregrinare, spesso anche in condizioni precarie e critiche, per mezza provincia alla ricerca di una consulenza o di un esame strumentale o di una prestazione che potrebbe essere tranquillamente offerta in loco. Soprattutto occorre ribadire con tutti gli atti necessari che la salute è un diritto costituzionalmente sancito”.