Se pensate che fare la spesa sia difficile, nei prossimi mesi potrebbe diventare ancora peggio: oltre all’inflazione, anche la shrinkflation metterà in ginocchio le famiglie.
Non bastava l’inflazione: a complicare la vita delle famiglie italiane arriva anche la shrinkflation, fenomeno che sta prendendo prepotentemente piede in tutti i supermercati. Fare la spesa è diventato sempre più complicato a causa dei rialzi che hanno picchiato – e continuano a picchiare – duro anche sui beni di prima necessità.
L’inflazione, nei primi due mesi del 2025, è tornata a salire: segna un +0,6% rispetto a dicembre 2024 e un +1,5% rispetto a gennaio 2024. Insomma il trend non è positivo e sicuramente non va a vantaggio dei piccoli risparmiatori che devono far quadrare i conti tra rate del mutuo, bollette e spesa al supermercato.
I rincari non si sono limitati ad abbattersi solo su generi alimentari, per così dire, “di lusso” come potrebbe essere il filetto di carne che arriva dal Giappone o l’aragosta o qualche pesce raro. I rialzi più importanti hanno colpito proprio quegli alimenti che quasi tutti compriamo ogni giorno o, al massimo, ogni settimana: verdura, frutta, latte, biscotti per la colazione, olio extra vergine di oliva. E oltre all’inflazione anche la shrinkflation contribuirà a far lievitare i nostri scontrini.
Il fenomeno della shrinkflation non è nuovo: ha preso piede da circa un anno ma ora è sempre più invadente nelle corsie dei supermercati e riguarda un numero crescente di prodotti che tutti, bene o male, acquistiamo piuttosto spesso. Di seguito vediamo di cosa si tratta e cosa possiamo fare per combattere questo “nemico” invisibile.
Vi siete accorti che il pacco di biscotti che prima durava una settimana ora dura 4 giorni? Stesso discorso per la pasta. E che dire delle bottiglie di bibite o dei fazzoletti di carta? Possibile che abbiamo iniziato, dall’oggi al domani, a mangiare così tanto di più o a soffiarci il naso così spesso?
No, non sono cambiate le nostre abitudini: è cambiato il peso o il numero di pezzi di prodotti presenti nelle confezioni. Qualche esempio? Il pacco di biscotti che prima era da 500 grammi ora è da 350; il pacco di pasta è sceso da 500 a 450 grammi; la bottiglietta di bibita da 500 a 450 ml; nella confezione i fazzoletti di carta non sono più 10 ma solo 9.
Il prezzo, però, non è calato: quello è rimasto esattamente lo stesso! Questo fenomeno, appunto, si chiama “Shrinkflation”: termine che deriva dall’unione di “shrink” che vuol dire restringere e “inflation” che vuol dire inflazione. In pratica viene applicato lo stesso prezzo ad un prodotto che è stato “ristretto”. Il guaio è che ben pochi di noi si sono accorti che biscotti, pasta e quant’altro hanno una grammatura minore e che, quindi, in un certo senso siamo stati “raggirati”.
Come fare per contrastare il fenomeno? Non possiamo certo smettere di andare a fare la spesa e questo fenomeno, purtroppo, ha preso piede in tutti i supermercati. Da ottobre in poi le marche che applicheranno la “contrazione” avranno l’obbligo di specificarlo scrivendolo in modo chiaro e leggibile sul fronte delle confezioni. In questo modo il consumatore saprà subito che sta pagando lo stesso prezzo per un prodotto che è più piccolo e potrà scegliere cosa comprare e cosa lasciare sugli scaffali del negozio.
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