Entro il 2030 il nostro mondo e la nostra nazione dovranno trovare un modo definitivo di tenere alta la qualità dell’aria
È infatti quell’anno in cui entreranno in vigore le nuove norme e i nuovi livelli di PM10 autorizzati nelle città. L’aria respirata nei vari punti d’Italia è spesso ottima, siamo pieni di punti verdi, tantissimi piccoli polmoni sono presenti in tutto il territorio nazionale grazie alla natura prevalentemente montuosa e collinare che madre terra ci ha dato.
Esistono però anche punti in cui i livelli di PM10 ogni giorno sfiorano o addirittura superano i livelli consentiti oggi. Legambiente tiene sotto costante monitoraggio questi livelli e giornalmente ci fa sapere come va a situazione. Di 98 città italiane controllate negli ultimi 12 mesi, ben 25 non riescono a tenere i livelli della qualità dell’aria a norma di legge.
Mettendo di fatto a rischio non solo le loro economie, ma addirittura, e molto più importante, la salute stessa dei loro cittadini. Le persone che vivono respirando quest’aria non vivono vite sane. Difficilmente non andranno incontro a problematiche respiratorie gravi con il passare degli anni. alti livelli di tossicità dell’aria possono portare alla presentazione di asma, polmoniti e nei casi più gravi anche forme maligne di mali che ancora oggi risultano troppo spesso incurabili.
Per fortuna i governi mondiali piano piano stanno iniziando a prendere seriamente la questione ambientale, ma la lentezza con la quale questi cambiamenti si stanno attuando, è ancora troppo inefficiente per poter raggiungere i numeri richiesti nei tempi prestabiliti. In Italia poi i governi sembrano sempre prendere costantemente sottogamba la problematica, la vedono certamente, ma si muovono spesso come se stessero andando alla cieca.
Si finisce così con ben 25 città su 98 non a norma di legge sotto la scala della qualità dell’aria respirata dai propri cittadini. E non sono neanche città piccole, parliamo di Frosinone, Milano, Napoli. La prima quest’anno ha superato il limite concesso di 35 giorni (dove veniva concesso superare i limiti di PM10), sforando di ben 70 giorni.
La maggiore concentrazione di questa problematica è principalmente presente nelle regioni del nord Italia, ma come potete vedere semplicemente da queste tre elencate, non è affatto un problema locale. La qualità dell’aria è un rischio sia che ci si trovi in montagna, al mare o in città. Un rischio per la salute di tutti e tutti dobbiamo esserne coscienti.
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