Una storia di tradizione sicuramente da raccontare e ricordare: ecco come venivano preparate le famose alici sotto sale di Gaeta, metodi ad oggi dimenticati!
Nonostante il progresso tecnologico e sociale renda la nostra comunità prettamente ‘futuristica‘, dimenticarsi del passato non solo è ingiusto, ma è anche quanto di più sbagliato si possa fare. Si sa, il filo conduttore tra passato/presente/futuro ci rende ciò che siamo e nessuno dei tre può escludersi dall’altro. È da ciò che abbiamo vissuto e appreso che possiamo gettare nuove basi in ciò che viviamo, evitando gli errori e di conseguenza vivere meglio ciò che sarà.

La storia poi ce lo insegna, bisogna sempre ricordarsi di chi abbiamo amato, di chi siamo stati anche tramite gli occhi dei nostri nonni, bisnonni e così via. E come non menzionare le varie tradizioni regionali? Quelle italiane sono tutte bellissime e meravigliose, ricche e mai scontate. Nel golfo di Gaeta ad esempio, le alici erano il pescato quasi quotidiano della popolazione povera e che vivesse di quello che il mare riuscisse a concedere, e per evitare sprechi venivano conservate in un modo incredibile, che merita di essere raccontato ancora oggi.
Le famose alici sotto sale di Gaeta, come venivano realizzate in tempi antichi: metodo incredibile
Ad oggi le alici sotto sale rimangono una bontà di tutto il golfo di Gaeta, così come in molte altre parti d’Italia, tuttavia il metodo con cui venissero preparate è ancora ad oggi da dover raccontare e ricordare. Sicuramente diverso ai metodi attuali presenti ai giorni nostri, ma molto evocativo e che nell’immediato ci fa tornare indietro nel tempo. Prima di tutto, le alici venivano pescate con pazienza e amore in due momenti precisi dell’anno: il primo compreso tra marzo e giugno, il secondo tra settembre e novembre.
Pescate tra Ponza e Ventotene, venivano raccolte in grandi cesti subito dopo la pesca, private della testa, delle lische centrali e spedite a una prima rapida salatura: si cospargeva quindi abbondante sale in un recipiente, si inserivano i filetti e si lasciavano in posa per circa 5 ore. Questo permetteva già ai pesci di rilasciare acqua, che il sale assorbiva e di conseguenza rendeva la loro carne più tenera.

Successivamente si creava uno strato di alici sul fondo di un grande barattolo di vetro, si coprivano con abbondante sale e si alternava in questo modo ogni altro strato arrivando quasi al bordo. La chiusura del recipiente avveniva tramite garze, pezze e pesi posti al di sopra. Ogni barattolo veniva poi lasciato in un luogo buio e fresco, non troppo arieggiato ma neanche troppo chiuso, per almeno 3 mesi.
Trascorso il tempo necessario le alici si sciacquavano per bene sotto acqua corrente, si asciugavano per poi essere immerse nell’aceto diverse ore. Al termine venivano conservate in barattoli più piccoli con olio di semi, olio d’oliva e peperoncino. Non è difficile trovare a Gaeta chi ancora le produca così e spesso sono proprio i produttori del luogo a perseguire la tradizione del territorio. Se vi capita di passarci non dimenticate di gustare queste vere specialità!