Bassiano, contro la chiusura della scuola anche i nonni tornano sui banchi

L’iniziativa del sindaco di Bassiano che ha censito gli anziani del paese senza licenza media o elementare. «Li iscriverò tutti: sono circa 50. L’istituto deve restare aperto»

Chi lo conosce, sa bene che lo farà sul serio. Da giovedì mattina, dopo la conclusione del corteo di protesta a cui ha partecipato tutta la comunità di Bassiano, il sindaco Domenico Guidi si è messo al lavoro per censire tutti gli anziani del paese che non hanno la licenza media o elementare. «Sono una cinquantina, forse qualcuno in più – dice il sindaco – e giuro che li farò iscrivere tutti a scuola».
A Bassiano è diventata una battaglia senza esclusione di colpi quella ingaggiata dall’amministrazione comunale dopo l’ufficializzazione del piano di dimensionamento che taglia in un sol colpo sia la scuola primaria che quella secondaria di primo grado del piccolo paese lepino. In poche parole, non ci sono i numeri per la sopravvivenza.
Servono nuovi iscritti oppure dal prossimo anno i 164 alunni di Bassiano saranno costretti a prendere il bus per recarsi nel paese più vicino, Sezze, quattordici chilometri di strada tra curve e pendii. Per Guidi non se ne parla neppure, e per questo sta arruolando i nonni. «A fronte di una decisione unilaterale ci dichiariamo parte lesa. Siamo pronti ad intraprendere tutte le azioni legali, un ricorso al Tar ma anche la richiesta alla Procura della Repubblica di accertare eventuali abusi. Bassiano è un comune montano e per questo aveva diritto a una deroga. Nel Lazio ci sono 25 comuni in deroga, e molte scuole hanno una popolazione scolastica inferiore alle nostre 164 unità. Per raggiungere Sezze da Bassiano occorrono più dei 15 minuti al di sotto dei quali non si concede la deroga».

Fonte: www.corriere.it