Criticità reparto di Cardiologia di Formia, il Sindaco scrive al Presidente Zingaretti

Questa è la lettera che il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo ha inoltrato al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, incentrata sulle criticità del reparto di cardiologia dell’ospedale di Formia.

 

Caro Presidente

 nelle scorse settimane ho avuto la necessità di ricoverarmi presso il Reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Formia, usufruendo in particolare delle prestazioni del Servizio di Emodinamica, tanto per la parte diagnostica quanto per quella chirurgica. 

 Voglio in primo luogo complimentarmi con la Sanità pubblica della Regione che, nonostante le note difficoltà, mantiene anche in periferia degli standard elevati di qualità e sicurezza. Merito della professionalità di tutti gli operatori che uniscono competenza e umanità, rendendo l’esperienza del ricovero meno dolorosa e alienante.

 Tuttavia, mi preme evidenziarti le difficoltà organizzative che il Reparto vive a causa della precarietà del suo personale specialistico. In particolare, i due emodinamisti provengono da Ospedali di altre Regioni e, a breve, vedranno negarsi l’aspettativa che dura ormai da sette anni. Il servizio di Emodinamica opera inoltre solo per alcune ore (quelle della mattina), lasciando scoperta gran parte della giornata, ivi compresa la fascia notturna.

 A questo servizio affluisce non solo l’utenza del Golfo ma tutta quella del Lazio meridionale, da Terracina a Fondi, fino a Cassino. Ho parlato di tutto questo con il nostro Direttore Generale, l’ottimo dott. Caporossi, che mi ha ovviamente evidenziato quali siano gli ostacoli a che tale servizio possa dotarsi di personale stabilizzato e strutturarsi dunque sulle 24 ore. Ostacoli che, caro Presidente, io spero tu possa rimuovere con rapidità, ridando al nostro Ospedale la funzione e il prestigio che si è guadagnato dall’immediato dopoguerra ad oggi.

 Confido in te, nella sensibilità che hai tante volte dimostrato nella soluzione dei problemi della nostra Regione.

 

Cordialmente,

 

Sandro Bartolomeo