Formia – “Presempio”, la natività “rivista” con gli occhi dell’arte contemporanea. Alla torre di Castellone parte l’installazione di Carlo De Meo

Presempio – L’Angelo disse: alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto”. E’ dedicato al tema storico-religioso della Natività l’installazione d’arte contemporanea che l’artista Carlo De Meo offrirà alla città ogni giorno a partire da domani 23 dicembre fino al 6 di gennaio, nell’orario compreso tra le 17.30 e le 24.

Il titolo dell’opera è un gioco di parole che fonde in un insieme il termine “presepio” con la frase “per esempio”. Con l’aggiunta del sottotitolo “… L’Angelo disse alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto” (v. Matteo), sposta la lettura su un particolare e fa slittare con delicatezza il punto di vista da una visione concentrica sulla nascita ad una periferica sul “subito dopo”, senza alterarne i fattori storici. Come a dire – per esempio, dopo che è nato, successe che…

Gli elementi costruttivi dell’immagine sono gli stessi della tradizione storica: madre, padre, figlio e angelo. Continuando su una costruzione aprospettica dell’insieme, tali elementi vengono rideterminati nei loro rapporti spaziali. L’angelo, con le braccia aperte a protezione, scende dall’alto e fa da ombrello alle tre figure sottostanti. Guarda negli occhi Maria all’impiedi in una sorta di augurio divino mentre Giuseppe seduto gli porge, innalzandolo, Gesù. Le posizioni della famiglia vengono così ridisegnate da Carlo De Meo in una sorta di rotazione dei ruoli dove nessuno è accessorio ma tutti, angelo compreso, sono protagonisti dell’evento. Anche la scelta dell’avviso a Giuseppe sulle intenzioni di Erode (strage degli innocenti) e il consiglio di fuggire in un’altra terra, nasce da un’analisi riflessiva sull’oggi e sui grandi eventi geo-politici di questo periodo, segnati da attentati stragisti (come la terribile e recente strage di innocenti in Pakistan), persecuzioni di massa, esili coatti, fughe, emigrazione forzosa, accoglienza intollerante.

Un’opera essenziale e cruda, fatta di luce ed ombra che porta in dote uno stato di sublime smarrimento.

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