#Itri, continuano gli incendi boschivi 

Ormai li chiamano la Telenovela dei roghi o, più semplicemente, Incendi boschivi a puntate. E mai didascalia fu più azzeccata vedendo come e con quale cadenza si sviluppano gli incendi nelle campagne, dove trovano posto abitazioni, magazzini agricoli e stalle, soprattutto nella direttrice Itri-Sperlonga. E così, dopo gli oltre trenta ettari andati letteralmente in fumo venerdi scorso, quando le fiamme, fermate a Palma, fecero venire alla luce preziose rovine risalenti a epoca romana, ieri il fuoco è ripartito, come avrebbe detto l’indimenticato Enzo Tortora, se avesse potuto commentare il fatto, “da dove lo avevamo lasciato l’ultima volta”. Un autentico piano criminoso volto alla distruzione totale della già scarsa vegetazione che copre le brulle colline tra Itri e il mare dove le criticità invernali fanno poi venire giù massi e detriti di ogni grandezza. E questa volta poteva scapparci anche il morto se la prontezza degli operatori non avesse fatto pervenire un’ambulanza del 118 che ha soccorso una donna abitante a Santo Stefano (località rurale tra Itri e Sperlonga) la quale, impaurita dalle fiamme che hanno lambito la casa, è fuggita via, ha inciampato, è caduta e ha perso conoscenza. I soccorritori hanno fatto in tempo a prelevarla prima che il fumo potesse intossicarla ulteriormente e che le fiamme potessero malauguratamente raggiungerla. A dare l’allarme, per gli interventi dal cielo e da terra, ancora una volta la SOR (Sala Operativa Regionale). Sul posto sono confluiti due Canadair, due elicotteri, gli agenti del CFS di Itri, la squadra 11 A dei VVFF di stanza a Fondi e i volontari della Protezione Civile di Itri (Emergenza Radio Itri del presidente Antonio Maggiacomo), di Formia (VER sudpontino del responsabile Antonio Tomao) e di Gaeta (La Fenice del presidente Aldo Baia). I ragazzi, tra cui una folta quota rosa dei VER,come ha sottolineato Maggiacomo, “hanno fatto il lavoro sporco”, tuffandosi letteralmente tra le fiamme prima che gli aerei e gli elicotteri effettuassero decine di lanci, limitando, se così si può dire, il danno a soli sei ettari di sughereta, macchia mediterranea, bosco ceduo e, purtroppo, a tanta paura tra i residenti e i turisti.