Libia: Avevamo ragione. Quali rischi per Gaeta? Ribadiamo il nostro appello al Sindaco 

  

  
In tutta Italia si discute di quanto sta accadendo in Libia a seguito degli ultimi bombardamenti statunitensi e come avevamo previsto il governo fantoccio di Renzi ha già chiarito che concederà le basi aeree presenti sul nostro territorio per quest’ennesima aggressione militare, finalizzata alla spartizione del un paese a vantaggio di chi lo ha distrutto. I timori sono naturalmente maggiori nelle città che ospitano le basi, ove senza eccezioni da anni esistono movimenti di cittadini che si battono contro la presenza delle stesse. A Gaeta invece il partito unico al governo da quarant’anni continua ad ignorare completamente la presenza di una delle basi navali più importanti e pericolose della penisola, con tanto di approdo di sommergibili dotati di arsenali atomici. Eppure qui, malgrado i nostri appelli e la legge in vigore, non è mai stato prodotto un piano pubblico di evacuazione in caso di incidenti. Eppure qui da noi i militari USA fanno ciò che vogliono senza neppure il bisogno delle pur scontate autorizzazioni governative. A Gaeta infatti è situata una base statunitense, che ospita il comando della sesta flotta nel mediterraneo e ha avuto già un ruolo di primo piano in altre importanti operazioni militari. Lo abbiamo ricordato lo scorso 12 marzo, quando organizzammo un presidio di protesta proprio davanti alla base in occasione delle prime avvisaglie di quanto sta accadendo. Insieme a noi numerosi cittadini oltre all’ANPI e all’ARCI, ma come al solito completamente assente il resto del mondo politico locale, a partire dalla finta sinistra e dai suoi sbiaditi rappresentanti, più occupati a discutere nella migliore delle ipotesi di arredo urbano e sensi unici. Scandalosamente rimase ignorato come al solito l’appello rivolto al Sindaco di Gaeta cui chiedevamo, in quanto massimo garante della salute e della sicurezza dei cittadini, quale fosse il ruolo della base nelle eventuali operazioni, quali i rischi possibili per la popolazione locale e le misure preventive, quali i piani di sicurezza ed antiterrorismo previsti per la città. Il silenzio imbarazzante su di un argomento tanto essenziale manifesta chiaramente non solo il più totale servilismo verso le autorità straniere ma anche il disagio e la difficoltà della classe politica locale nel commentare in qualunque maniera la propria completa latitanza su di un tema così centrale. Ora che purtroppo i nostri timori si sono rivelati ancora una volta fondati non possiamo che ribadire a gran voce il nostro appello. La presenza della base USA, oltre agli enormi rischi che comporta, dei quali si è purtroppo ancor poco consapevoli, rappresenta un grave vincolo ed un limite inaccettabile per l’economia locale e per il turismo, occupando alcune delle aree più belle e suggestive di Gaeta. Un tempo questo danno era solo in parte ripagato da un indotto di presenze militari statunitensi in città, ormai quasi del tutto scomparso a seguito della drastica riduzione del personale impiegato. Pertanto continueremo a mobilitarci sia a livello locale che nazionale contro la guerra e ad impegnarci affinché la base di Gaeta venga chiusa completamente, le aree che occupa siano restituite all’economia cittadina, le strutture che impiega riconvertite alla pubblica utilità e la nostra città venga finalmente risarcita dei danni e dei rischi provocati da questa servitù militare pluridecennale. Ci presenteremo alle prossime elezioni comunali a sostegno della candidatura a Sindaco di Benedetto Crocco anche al fine di portare avanti questa battaglia per far vivere a Gaeta una nuova Liberazione.  
Rifondazione Comunista

Circolo “Mariano Mandolesi”