Memorie Urbane a Gaeta: il 7 Aprile l’inaugurazione

Ad un anno dall’apertura della nostra galleria a Gaeta, abbiamo deciso di invitare un artista che vive sul nostro territorio, Carlo De Meo (Maranola, Formia), per la realizzazione di un progetto più articolato rispetto ad una semplice mostra personale. L’artista è stato coinvolto dapprima nella realizzazione di un intervento sul muro perimetrale del cimitero di Gaeta a via Garibaldi, dove molti artisti internazionali avevano già operato. Carlo de Meo ha affrontato per la prima volta un muro come mezzo di espressivo, ed è riuscito ad interpretarlo in modo egregio, usando scalpello, pennello ed acrilico. L’artista con l’opera “Morire di Muro” ci propone un’alternativa al recinto visivo, una via di uscita come specchio che riporta all’entrata e allo stare dentro. “Il dito nell’occhio” è invece il titolo dell’installazione site specific che l’artista ha realizzato nel Chiostro San Salvatore, a Vico Cajetani nel centro storico di Gaeta. Un titolo irritante e fastidioso che incorpora l’idea dell’accecamento momentaneo e doloroso, che echeggia di offuscamento visivo, di “corpo” estraneo, di contrazione oculare, di sguardo reciso e menomato spingendo a una visione dimezzata, monoculare e asimmetrica. Inoltre la galleria Street Art Place ospiterà “A di acca”, mostra personale di Carlo De Meo, che raccoglie per la prima volta, non solo opere originali, a cui ci ha abituato l’artista, ma anche multipli, mai realizzati prima, serigrafie e giclèe, finite a mano, su carta e tela. Le opere in mostra attraversano un percorso visivo e poetico dell’artista più dilatato, che si insinua in varie fasi artistiche degli ultimi anni, creando anche nell’allestimento una forte rottura visiva..CARLO DE MEO – Artista italiano. Ha esordito a metà degli anni ’90 rielaborando oggetti comuni di plastica e gomma in oggetti visionari. Dal 1999 l’interesse si è concentrato sul proprio corpo, prima direttamente coinvolto in performance, in cui l’artista ha indossato protesi di tubi luminosi (Stupidi, 1999; S. Tupidi ‘santi e martiri di casa nostra’, 2000), poi rappresentato in modo ironico e impietoso in autoritratti scultorei in scala rimpicciolita, dall’uomo-animale (Elefante, 2002; Camaleonte, 2002; Al c’è –Basta bussare-, 2003) a quello sconvolto da gravi problemi fisici (Gonfio, 2002; Stella, 2004; TestOne, 2004)