Organizzazione mondiale della sanità (Oms): cosa fa, perché è importante e perché Trump ha ritirato gli USA

Primo giorno di insediamento per Donald Trump, tra i provvedimenti figura il ritiro dall’OMS: cosa significa e quali saranno le conseguenze.

Donald Trump ha costruito la sua campagna elettorale su alcuni concetti chiave: contrasto dell’immigrazione clandestina, tentativo di ridimensionamento delle guerre in corso ed infine “America first”. Una volta insediatosi nella Casa Bianca ha quindi firmato una serie di provvedimenti volti al rispetto delle promesse fatte agli elettori. Tra questi troviamo anche il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Donald Trump
Organizzazione mondiale della sanità (Oms): cosa fa, perché è importante e perché Trump ha ritirato gli USA – foto: ansa – gazzettinodelgolfo.it

Una scelta che effettivamente osserva il concetto palesato dal tycoon durante i dibattiti politici, ma che purtroppo segna l’inizio di un’era particolarmente difficile. In un mondo globalizzato, nel quale le principali potenze internazionali sono dipendenti le une dalle altre, il ritiro di una delle nazioni più proficue potrebbe provocare una crisi economica non indifferente. E purtroppo anche la salute dipende dai soldi, tanto quanto i settori industriali.

Oms: di cosa si occupa e perché i finanziamenti degli USA sono importanti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nasce nel 1946 ed entra in vigore nel 1948. Opera nel contesto delle Nazioni Unite con l’obiettivo di limitare i potenziali danni conseguenti alla diffusione delle malattie – quali polio, vaiolo, ebola e simili – ma soprattutto garantire ai cittadini una eguale assistenza che si dissocia dalla posizione sociale, contributi statali, razza e appartenenza al mondo occidentale.

Bambini pakistani travolti dal Covid
Oms: di cosa si occupa e perché i finanziamenti degli USA sono importanti – foto: ansa – gazzettinodelgolfo.it

Si prefissa, quindi, di rivolgere gli introiti provenienti dai donatori ai paesi più poveri, favorendo la distribuzione dei vaccini, forniture e accesso ai trattamenti, includendo il dibattito sulla salute mentale e sulle innovazioni mediche riguardanti le cure per il cancro. Potremmo definirlo un progetto democratico, la cui importanza venne rivendicata nel 2020 come risposta alla diffusione del Covid-19.

Nel 2021 il Presidente degli USA Joe Biden annullò la decisione del governo precedente (Trump) di ritirarsi dall’Oms, garantendo una donazione annuale di 500 milioni di dollari. La Cina ad esempio, tra le nazioni fondatrici Nato e membro permanente del Consiglio di Sicurezza dal 1945, contribuisce alla causa donando circa 30 milioni di dollari l’anno. Ebbene, l’insediamento del tycoon americano ha allarmato nuovamente la comunità medico-scientifica.

Donald Trump, durante il primo giorno di governo, ha firmato una serie di provvedimenti. Tra questi figura il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È intervenuto nel merito Lawrence Gostin, direttore del Centro di collaborazione dell’Oms presso l’Università di Georgetown: “Perdere le risorse americane devasterebbe gli sforzi dell’Oms per la sorveglianza globale e la risposta alle epidemie” – ha quindi concluso – “Sarebbe più probabile vedere malattie fuori controllo”.

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