Riconfermato alla guida dell’Ente Parco regionale Riviera di Ulisse il prof. Gianni Mattioli.

gianni_minoliIl Parco Regionale della Riviera di Ulisse ha l’onore di presentare il contributo del prof. Gianni Francesco Mattioli – a cui vanno gli auguri di buon lavoro per la recente riconferma quale Commissario Straordinario del nostro Parco – sull’importanza di un’economia sostenibile, che, da utopia di pochi, è diventata, sotto la pressione della crisi ecologica, una scelta obbligata in funzione del bene comune.
Il prof. Mattioli sottolinea come una virata nella direzione dell’economia sostenibile sia impensabile senza una forte presa di coscienza da parte della politica oltre che della dottrina economica, ma soprattutto senza un cambiamento dello stile di vita di ognuno di noi.
Riportiamo alcuni passi dell’articolo che è stato pubblicato sul numero di settembre della rivista “Confronti” e che è reperibile, nella versione integrale, anche sul sito del Parco Regionale Riviera di Ulisse: “Oggi diventa sempre più chiaro che le alterazioni dei grandi cicli riproduttivi della natura, i cambiamenti drammatici che iniziano a registrarsi con sempre maggior intensità e frequenza non sono che l’altra faccia di un rapporto di distruzione delle risorse e di spoliazione della natura, operato in nome del profitto e di un livello di consumo cui i paesi forti non vogliono rinunciare, a scapito del Sud del mondo. ……….omissis………….gli esperti indicano scenari terribili e tuttavia alla perentorietà dei cambiamenti da assumere si sono cominciate ad associare anche delle straordinarie opportunità, man mano che si è profilata la crisi dell’impianto economico e produttivo.”
Conclude il prof. Mattioli: “………. attenzione: non si tratta di un meccanismo da mettere in moto sulla base di semplici decisioni di vertice, senza impegnarsi nel creare la presa di coscienza e la partecipazione da parte dell’opinione pubblica. Alla quale si propone sì una promessa di occupazione, ma anche una prospettiva assai diversa di consumi, inconcepibile e impraticabile senza cambiamenti del nostro stile di vita, tanti piccoli interventi tra loro connessi, in direzione della conversione ecologica, del recupero nella città di spazi relazionali, della compatibilità ambientale e della bellezza. Insomma, fuori di retorica e con il massimo della concretezza, all’ordine del giorno è il bene comune.”