Scompare a Itri Mauro Ialongo. Era fratello dell’ex presidente della provincia Giovanni

Mancano le parole per connotare il diffuso sentimento di commozione che si percepisce, a Itri e nei luoghi dove è conosciuto, alla notizia della dipartita terrena di Mauro Ialongo. Ragioniere, guida aziendale, amministratore comunale, esperto di protocolli operativi in tanti settori, sportivo praticante, interlocutore documentato dei contenuti e sempre composto e rispettoso degli altri nel confronto dialettico, ma soprattutto marito superlativo, genitore meraviglioso e nonno superlativo. Tutto questo senza contare il clichè di raffinata costumanza che ne ha contraddistinto il rapporto con tutti i parenti, gli amici, i conoscenti e quanti altri hanno avuto la ventura di impreziosire la loro formazione mentale e comportamentale, dopo essere venuti a contatto con lui. Ci ha lasciato ancora giovane, giovane nel fisico e giovanissimo nell’ampia veduta delle cose che ne hanno contraddistinto l’esemplare testimonianza esistenziale. Poteva rendere di rendita, come suol dirsi, brillare di luce riflessa, come per i pianeti, a differenza delle stelle che si illumimano da sole, ma non lo ha fatto. Fratello di quel prof. Giovanni Ialongo, la più luminosa figura di amministratore e politico che Itri abbia fornito al territorio, come sindaco del paese, alla Provincia, della cui Amministrazione è stato fulgido Presidente e nel cui Consorzio per i Sevizi Culturali ha ricoperto l’incarico di stimolante e intelligente vice presidente, senza dimenticare la responsabile guida del partito del Garofalo a livello pontino, e alla Regione, quale dirigente laziale del Partito Socialista, Mauro non ne ha minimamente e, soprattutto, volutamente, tratto profitto, adoperandosi, giorno dopo giorno a crearsi, con i soli suoi sforzi e la sua oculata visone delle cose, quella giustissima fama di “homo faber” in tutto quello che faceva. Abbiamo accennato alla sua passione per lo sport, praticato soprattutto nella disciplina calcistica, nelle vesti di titolare dell’undici biancoazzurro della Nuova Itri nei primi anni Sessanta, oltre che nell’hobby per la bici e il salutare sgambettare nei momenti dedicati al disintossicante footing settimanale. Abbiamo ricordato la sua attività di amministratore comunale, quale assessore nel centro aurunco. Tutti lo hanno ancora in mente, ancora, quale illuminato prosecutore della guida della meravigliosa creatura aziendale creata dall’estro lungimirante e pratico del pioniere dell’impresa Cardi, che aveva trovato, nell’irripetibile Manlio Cardi, il suo storico fondatore, guidato dall’esperienza diretta di un lavoratore formatosi giorno dopo giorno nei cantieri, e che aveva, poi, raggiunto, sotto la moderna visione programmatica e operativa del ragioniere Ialongo, la giusta collocazione nel consesso delle aziende dalle strutture improntate alle più moderne tecnologie operative. Ma è stato soprattutto nel rapporto con la gente che Mauro ha giganteggiato, senza, co unque, volerlo fare di proposito. Ha saputo ascoltare tutti. Si è fatto carico delle esigenze di ogni singolo interlocutore, senza mai perdere di vista la finalità collettiva del problema. Rifuggendo da qualsiasi devianza di tipo clientelare, ha cercato sempre di soddisfare le giuste richieste di tanti padri di famiglia o di persone disoccupate che chiedevano di risolvere i propri problemi economici, fornendo loro, nelle oggettive possibilità dell’offerta occupazionale, un posto di lavoro. Nella conduzione dell’azienda, dove ha brillato per dedizione al lavoro, ha saputo recepire i suggerimenti che gli sono pervenuti, rivolgendo, a sua volta, sollecitazioni migliorative, quando queste servivano, senza che mai i consigli si trasformassero in burberi rimbrotti offensivi per la dignità personale dell’interlocutore di turno. Ma è stato, poi, nella sfera familiare, di marito, padre e nonno, che Mauro ha scritto le più belle pagine della sua vita, pagine degne di essere inserite nell’antologia e nei trattati pedagogicamente formativi di chi sa porsi al servizio delle persone che si rapportano a colui cui chiedono consigli o dal quale ricevono quella giusta attenzione alla crescita, con la particolare terapia della cura del rischio delle ipotetiche devianze che inevitabilmente una società non proprio sicura e sana presenta quotidianamente a quanti percorrono il quotidiano cammino della crescita. Ai parenti tutti e, in particolare, ai figli Laura, Andrea e Francesco, la vicinanza solidale e piena in questo momento di profondo dolore. Ciao, Mauro e che la terra ti sia veramente tanto lieve!

P.S. – Abbiamo redatto il servizio della salita al Cielo del rag. Mauro Ialongo, privo di un supporto fotografico della persona interessata, in quanto proprio la composta ritrosia di Mauro a rifuggire da qualsiasi passerella mediatica o dal ricercare le luci della ribalta, ne hanno reso infruttuosa la ricerca di una sua immagine. Lo ricordiamo con l’immagine panoramica di Itri la cui comunità, commossa e partecipe, si stringe attorno ai suoi familiari, perpetuando il ricordo e la stima della luminosa figura del ragioniere Ialongo.

Orazio Ruggieri