La busta paga aumenta! Non per tutti però ma solo per alcuni fortunati. Vediamo chi inizierà già da questo mese ad avere uno stipendio molto più alto.
Gli stipendi italiani non brillano proprio né nel mondo né all’interno dell’Unione europea. In Italia lo stipendio medio si aggira ancora intorno ai 1500 euro al mese: non pochissimi ma ormai decisamente insufficienti per arrivare tranquilli alla fine del mese, specialmente se si vive nelle grandi città dove tutto è più costoso.

Nonostante il taglio del cuneo fiscale e l’abbassamento delle aliquote Irpef, i redditi sono ancora inadeguati all’attuale costo della vita. Ragione per cui sempre più giovani – ma anche meno giovani – decidono di cambiare paese e trasferirsi in posti dove la retribuzione è più alta o il costo della vita è più basso.
In questo quadro desolante arriva, però, una buona notizia: molti lavoratori, già da questo mese, vedranno la loro busta paga crescere. Stipendi più alti dunque ma, purtroppo, non per tutti: questi incrementi si rivolgeranno solo ad una categoria molto specifica.
Stipendio più ricco per molti più lavoratori: ecco per chi
Quando si parla di stipendi che aumentano è sempre una bella notizia. In questo caso, tuttavia, le buste paga lieviteranno solo per una specifica categoria di lavoratori, non per tutti. Vediamo chi saranno i fortunati. Vuoi uno stipendio più alto? Allora rinuncia alla pensione! Sembra comico lo slogan ma in realtà descrive perfettamente quello che è il bonus Maroni. Il bonus Maroni consiste in una decontribuzione. I lavoratori dipendenti, ogni mese, versano all’Inps il 9,19% del loro stipendio a titolo di contributi per la loro futura pensione.
Ora questi stessi lavoratori possono smettere di versare la loro quota di contributi e averla ogni mese in busta paga potendo beneficiare, così, di uno stipendio più ricco di quasi il 10%. Per poter avere questo beneficio, però, bisogna rinunciare ad accedere alla pensione in anticipo con Quota 103.

Quota 103 offre un fortissimo sconto anagrafico: infatti, raggiunti i 41 anni di contributi, un lavoratore può andare in pensione anche se ha solo 62 anni, cioè 5 anni in meno rispetto all’età per la pensione di vecchiaia ordinaria. Questa misura, a differenza di altre come Ape sociale o Quota 41, si rivolge a tutti e, dunque, negli ultimi anni è stata ampiamente sfruttata mettendo in crisi le casse dell’Inps costrette a erogare assegni per 5 anni in più per ogni lavoratore.
Il Governo, quindi, per mettere un freno alle troppe uscite anticipate ha deciso di premiare con il bonus Maroni coloro che, pur avendo tutti i requisiti, rinunceranno ad andare in pensione con Quota 103. Costoro, di conseguenza, avranno uno stipendio più ricco.
Da quest’anno questo beneficio è stato esteso anche ai lavoratori che rinunceranno alla pensione anticipata ordinaria. Questa misura permette di andare in pensione a qualunque età purché i contributi siano pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne. Chi, avendo i requisiti, preferirà restare al lavoro, da quest’anno potrà ricevere il bonus Maroni in busta paga.