Teatro B. Brecht, “la favola delle Tre Melarance”

20140319-152617.jpgDa domani parte il tour de “La Favola delle Tre Melarance”, lo spettacolo del collettivo teatrale Bertolt Brecht di Formia scritto, diretto e interpretato da Maurizio Stammati con Valentina Ferraiuolo e Dilva Foddai.

Si parte dalla casa – base nella sala storica sala teatrale formiana con il matineè per le scuole elementari di Maranola per poi approdare domenica 23 marzo al Teatro Comunale “D. Modugno” di Aradeo nella penisola salentina per la stagione di teatro per ragazzi “Bagliori d’ombra”. Si ritorna, poi, in provincia il 27 Marzo all’Ariston di Gaeta all’interno della settimana culturale promossa dall’amministrazione comunale “Vivi l’Arte” per lo spettacolo offerto a tutte le scuole elementari di Gaeta per poi terminare il tour il 30 marzo al teatro Potlach di Fara Sabina.

La favola delle tre Melarance è la storia di un principe, di un re, di buffoni e saltimbanchi, di maghi, streghe e principesse. è una storia di intrighi, magie e trasformazioni. Racconta magistralmente le contraddizioni della vita reale, portandole su un piano fantastico e mettendo al centro della vicenda un principe che non riesce più a ridere e che soltanto con un “maleficio” scopre il proprio destino e, in un modo assai rocambolesco, il proprio potenziale. Il suo sogno lo porta verso luoghi ed emozioni, pericoli e meraviglie, centuplicati dal sentimento; cerca le melarance – creature fantastiche e meravigliose, custodite dalla crudele Creonta e dalla sua cuoca con la passione che caratterizza ogni amore e ogni spinta del desiderio. Della favola delle tre Melarance in molti si sono innamorati nel corso dei secoli: scrittori, musicisti, poeti e pittori. Il suo fascino, i suoi misteri e le sue trovate burlesche hanno incantato grandi e piccoli.

Il Teatro Bertolt Brecht l’ha riadattata giocando con la sua arte e prendendo in prestito quella del racconto teatrale con luci, scene, costumi e maschere. Liberamente tratto dalla favola del Gozzi, è stato preso in prestito l’uso musicale che ne fece Prokof’ev su scrittura di Majerchol’d.