Teatro, due opere di grande spessore con la Compagnia Teatrale di Costellazione

L’acqua è come Giano bifronte, può dare la vita ma anche la morte, può dissetare e travolgere, può soffocare e far riemergere, ricordi, pensieri, parole. Si prende fiato e via, si racconta, perché il silenzio non scenda sulla memoria, perché la ricerca della verità non si interrompa. Nessuna velatura a celare l’intimo di una donna che piange, ride e ricorda, che afferma e si smentisce, e canta, abbraccia la propria bara come fosse boa di salvataggio, e danza con un manichino come con un amante. Che nello specchio incontra il suo fantasma bambino, e la paura del buio, e quella del proprio sentire. E’ un viaggio nella memoria umana, che corre sui binari paralleli di realtà e illusione, ma anche nella memoria del teatro e dei suoi miti più universali.

20140718-235828.jpgSiamo oltre la soglia del monologo, la protagonista non è mai sola, intrattiene un dialogo continuo con oggetti e ombre nei video, tutto sulla scena interagisce con la recitazione, soprattutto quelle voci e figure immaginate che la tormentano con la verità e che lei tormenta con la fantasia.
Un tessuto nel quale sono cuciti insieme anche silenzi e respiri, ma soprattutto l’uso del corpo e la gestualità dell’attrice che arrivano ancora prima delle parole: nella nudità che si confonde con le sue vesti bagnate c’è il ritmo e il tempo di tutta la sua storia interiore che si fa narrazione drammaturgica. Tutto di lei entra in relazione con le cose che le sono intorno: è fin dal suo respiro iniziale che ogni cosa, oltre alla storia stessa, prende vita.
Tutto fluisce insieme, in questo dramma sorprendente e stimolante, che ci racconta che se l’acqua può uccidere ogni vita reale, può sempre farla rinascere come possibilità.

La Cattedrale racchiude una profondità abissale, densa del mistero di tutte le vite trascorse che l’hanno animata.
Immersa in un tempo dentro un altro tempo, ciò che permane è la pietra, imbevuta di ideali, immaginazioni, conflitti, sofferenze e bisogni degli esseri umani: un intreccio di destini e di storie strappate all’oblio, che lasciano notevoli spunti di riflessione.
Interstizi di passato e contemporaneità, svelano cosa si nasconde tra le pieghe più riposte, quasi inaccessibili e marginali, così tanto impregnate del nostro presente.
Attori proteiformi che mutano d’aspetto e di ruolo come in un rapido sfogliare di pagine, evidenziano un mondo di finzione, falsità, convenienza, in cui imperversano l’accattonaggio morale e la pochezza etica, così pericolosamente specchio della quotidianità odierna.
La regista sottrae la narrazione alla centralità forzata del personaggio di Quasimodo per restituirla a quella coralità che ben rappresenta l’universalità delle grandezze e delle miserie dei vari personaggi di Hugo su cui agisce Ananke, il Destino.
Nella scena scarnificata, popolata di metallo, introduce elementi anacronistici all’interno di un’ambientazione letteraria storica. I personaggi scolpiscono con questo rigido materiale strutture scenografiche perennemente in movimento, mentre usano costumi e teli come elementi aggiuntivi di un incessante divenire.
La scena non è mai immobile, caratterizzata da un’evoluzione dinamica creata dalla regia che propone repentini cambi di situazioni e di atmosfere.
Lo spettacolo teatrale LA CATTEDRALE, legato alla 1° Edizione del Concorso “ritrAtti – visioni teatrali 2013”, presenterà nei foyers della Corte Comunale una mostra grafico/pittorica composta dai dieci elaborati, primi classificati del Concorso, di altrettanti artisti del territorio Sud Pontino che hanno sintetizzato, tramite il proprio talento, l’esperienza scenica dello spettacolo.
Fiore all’occhiello la collaborazione con l’artista Marco Lorenzetti, autore dell’illustrazione della locandina dello spettacolo, che annovera tra le sue opere l’illustrazione de “La storia de I Promessi Sposi”, riscritto da Umberto Eco, e “La storia di Gilgamesh”, riscritto da Yiyun Li, pubblicati rispettivamente nel 2010 e nel 2011 da Biblioteca di Repubblica-L’Espresso.