Violenza sessuale ed esercizio abusivo della professione, in libertà vigilata medico radiato dall’Ordine

Nella mattinata del 26 Aprile 2021, il NAS Carabinieri di Latina, a conclusione di un’attività d’indagine denominata “dark card” – coordinata dal Procuratore aggiunto dott. Carlo Lasperanza unitamente al Sost. Proc. dott.ssa Giorgia Orlando della Procura della Repubblica di Latina – ha dato esecuzione, in un Comune del sud pontino, alla misura di sicurezza provvisoria “non detentiva” della “libertà vigilata” (per la durata di 1 anno), emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, dott. Pierpaolo Bortone, nei confronti di un 64enne medico di medicina generale, indagato per violenza sessuale ed esercizio abusivo della professione.

L’attività investigativa è stata avviata dai militari del nucleo antisofisticazioni e sanità pontino a novembre 2019 a seguito delle denunce presentate, presso la Procura della Repubblica di Latina, da tre genitori per presunte molestie ed abusi sessuali poste in essere dal medico nei confronti delle proprie figlie (di cui 2 di 17 anni e 1 di 18).

Le successive attività investigative svolte dal NAS di Latina, su delega della Procura della Repubblica pontina, consentivano di accertare, che effettivamente il predetto, a bordo dei mezzi pubblici su cui viaggiava nella tratta “Roma-Terracina”, compiva i seguenti reati:

  • esercizio abusivo della professione di medico in quanto, pur non essendo più iscritto nell’apposito albo professionale poiché radiato dal 2002, approcciava minorenni millantando la propria attività di medico (consegnando loro bigliettini da visita riportanti il titolo di “medico specialista in medicina interna”), invitandole presso il suo studio;
  • molestie e violenza sessuale (anche tentate) nei confronti di tre minorenni poneva in atto attenzioni morbose e veri e propri atti sessuali, con l’aggravante di aver agito simulando la sua qualità di medico.

Pertanto, gli investigatori del NAS di Latina notificavano al 64enne il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, che disponeva, tra l’altro, l’affidamento dello stesso al “Centro di Salute Mentale” dell’Asl di Fondi, per essere sottoposto a cure secondo il programma terapeutico appositamente predisposto.