La nuova Legge di Bilancio ha introdotto vari, rilevanti cambiamenti per la NASpI, l’indennità destinata a chi perde involontariamente il posto di lavoro.
Il Governo ha parlato di cambiamenti necessari per prevenire i possibili abusi e per garantire che alcuni lavoratori possano essere meglio tutelati dalla NASpI. Le parti sociali e i sindacati hanno invece accolto queste novità con sospetto, denunciando un taglio ai fondi per la disoccupazione. In pratica, dal punto di vista dei più critici, l’esecutivo ha reso più stringenti i requisiti per la percezione della NASpI con l’unico fine di poter spendere meno.
Nel 2025, dunque, l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il loro impiego subisce importanti modifiche. L’ultima manovra ha introdotto nuove e più stringenti regole, in particolare per coloro che hanno presentato le dimissioni volontarie o hanno risolto consensualmente un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per capire bene quali sono tutti i cambiamenti relativi alla NASpI potrebbe essere utile un riassunto.
Tutti i cambiamenti attivi nel 2025 per la NASpI
Cambiano non solo le regole sulle dimissioni volontarie ma ci sono novità anche per quanto concerne i requisiti di contribuzione. Inoltre, il Governo ha rilanciato alcuni vincoli relative a misure di politica attiva. Attualmente la NASpI prevede che il lavoratore senza impiego percepisca un indennizzo pari al 75% della retribuzione media relativa ai quattro anni precedenti…
Tale retribuzione media va però calcolata su un periodo contributivo limitato. Nel 2025 cambierà proprio quest’aspetto. E ci si aspetta che una simile modifica procedurale avrà un impatto importante per tutte quelle persone che si trovano a passare frequentemente da un impiego all’altro. Chi non riesce a godere di una contribuzione regolare potrebbe insomma perdere il diritto all’indennità.
Nel 2025 mutano dunque i requisiti di contribuzione. A partire dal primo gennaio 2025, i lavoratori devono aver accumulato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione per poter accedere alla NASpI. Tradotto: i precari avranno molta difficoltà ad accedere a questa forma di sostegno.
L’esecutivo ha poi deciso che se un lavoratore si dimette volontariamente o risolve consensualmente un contratto di lavoro a tempo indeterminato nei dodici mesi precedenti dovrà accumulare almeno tredici settimane di contribuzione nel nuovo impiego prima di poter richiedere la NASpI. Le dimissioni per giusta causa o il licenziamento per motivi oggettivi, invece, non sono soggette a questo requisito aggiuntivo.
Non è tutto… I lavoratori disoccupati dovranno rilasciare una DID, ovvero una dichiarazione di immediata disponibilità e partecipare alle misure di politica attiva concordate con il centro per l’impiego. L’aiuto spetta ancora ai lavoratori con un rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi apprendisti, soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative, personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.