Un espediente ingannevole: affiggere il cartello di “area videosorvegliata” senza la presenza di vere telecamere. Si può fare?
Quando un’area è vigilata da telecamere, è obbligatorio affiggere un cartello che indichi la presenza di un sistema di videosorveglianza. Ma cosa succede se il proprietario di un immobile espone il cartello “area videosorvegliata” senza installare davvero delle telecamere?
La presenza di telecamere di sorveglianza è uno dei deterrenti più diffusi e funzionali per difendersi dai furti negli appartamenti. Senza dubbio, la presenza di sistemi di videosorveglianza è in grado di scoraggiare i potenziali ladri. Quando un immobile è sorvegliato, il malintenzionato teme infatti di essere registrato identificato… Anche se poi, per l’effettiva efficacia del deterrente, conta molto la visibilità delle telecamere. Inoltre, bisogna anche valutare la qualità del sistema e l’opportuno posizionamento delle camere.
Niente telecamere: ci si può difendere dai ladri esponendo solo il cartello “area videosorvegliata”?
Ormai quasi tutte le abitazioni italiane sfruttano dei dispositivi di sicurezza. Le telecamere, da solo, fanno poco. Ed è per questo che alla videosorveglianza si aggiungono sovente allarmi antifurto, barre alle finestre e serrature robuste. Ma cosa succede se si cerca di ingannare il ladro ponendo un cartello che annuncia la presenza di un’area videosorvegliata senza che siano davvero installate delle telecamere?
Affiggere un cartello di “area videosorvegliata” senza effettivamente installare telecamere può essere considerato ingannevole e potrebbe avere implicazioni legali. La normativa sulla privacy e la videosorveglianza, che nel nostro Paese è regolata dal GDPR (cioè dal regolamento generale sulla protezione dei dati), detta una serie di requisiti per l’installazione e la gestione di sistemi di videosorveglianza.
Le autorità potrebbero considerare l’affissione di un cartello senza l’effettiva presenza delle telecamere come una specie di inganno. Ovvero una violazione. Più precisamente, è in ballo una mancanza di trasparenza nei confronti delle persone che frequentano l’area. Lo stesso vale per chi utilizza delle telecamere finte o spente.
Il Garante si è espresso sulla fattispecie a fine aprile 2024, all’interno del Documento web 1003484. Secondo l’autorità,
“L’installazione meramente dimostrativa o artefatta, anche se non comporta il trattamento di dati personali, può determinare forme di condizionamento nei movimenti e nei comportamenti delle persone in luoghi pubblici e privati e, pertanto, può essere legittimamente oggetto di contestazione”.
Insomma, cartelli mendaci e telecamere finte potrebbero spingere le persone ad autolimitare le proprie libertà. E questo non va bene. Di conseguenza, le persone poste di fronte a un finto cartello di “area videosorvegliata” o a telecamere non funzionanti ma piazzate lì solo per far scena potrebbero anche richiedere un risarcimento per le limitazioni subite.
L’installazione di telecamere di sorveglianza non prevede la richiesta di alcuna specifica autorizzazione, ma il ricorso a questo strumento impone delle limitazioni: bisogna evitare di violare la privacy altrui. Per questo, quando si piazza una telecamera di sorveglianza, bisogna preoccuparsi che inquadri unicamente lo spazio necessario per tutelare la propria proprietà e che non insista su aree pubbliche, sulla strada e sulle proprietà e gli immobili altrui.