Tra vino e filatelia: Cesanese del Piglio

20131018-101115.jpgQuest’oggi allarghiamo leggermente i nostri orizzonti; sia chiaro, restiamo sempre nella regione Lazio, ma ci spostiamo dalla provincia di Latina a quella di Frosinone, specificatamente nel Comune di Piglio, a 620 metri sopra il livello del mare, tra le valli dei fiumi Sacco e Aniene. Il territorio di alta e media collina, che si estende per circa 15 mila ettari sulle pendici dei Monti Ernici, contiene, nelle sue ampie vallate, vigneti da caratteristiche inconfondibili e sapori unici, che
regalano anno dopo anno, agli amanti del buon vino e non solo, il “Cesanese del Piglio” o più semplicemente “Piglio”. La presenza della viticoltura nella zona è attestata sin dall’epoca romana da numerosi documenti dai quali si evince chiaramente la stretta connessione tra i fattori umani e le particolari caratteristiche e peculiarità del “Cesanese del Piglio”. Nello specifico, la viticoltura in queste terre ha da sempre avuto un ruolo di primaria importanza; basti pensare che la coltivazione di viti era già presente nei numerosi atti notarili (risalenti all’impero romano), custoditi nell’archivio capitolare di Anagni. Ulteriore testimonianza dell’importanza della vitivinicoltura la si trova negli Statuti della Terra di Piglio, emanati il 30 maggio 1479, i quali regolavano l’ordinamento della Comunità di Piglio su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale, con diversi capitoli degli Statuti che trattano proprio della vite e del vino. Infine, anche da alcuni estratti degli Annali della Facoltà di Agraria della R. Università di Napoli del 1942, si possono ricostruire le
vicende legate al vino in esame, laddove si sottolinea come “… i Cesanesi risultano avere l’assoluto predominio nella viticoltura della zona: il vino risulta molto apprezzato da tutti i consumatori, specialmente da quelli della Capitale i quali, si dice, dei Castelli conoscono ormai i soli vini bianchi e di Cesanese non apprezzano che quello di Piglio…”. Apprezzamenti importanti che si sono concretizzati con il riconoscimento di premi nelle maggiori manifestazioni del settore e,
in particolar modo, con la medaglia d’oro al Concorso nazionale dei vini DOC e DOCG di Asti e gli attestati ottenuti al “Salon International des Vins et Spiritueux” di Montreal. Per le sue peculiarità il Cesanese del Piglio figura in maniera eccellente sulle principali guide nazionali. Tutti questi apprezzamenti e la storia millenaria, possono essere maggiormente valorizzati, in quanto, oltre a doverosi riconoscimenti nello specifico campo dell’enologia, ce ne sono dei nuovi che arrivano dal campo della filatelia. Difatti, proprio oggi, nella serie “Made in Italy” emessa dalle Poste Italiane e dedicata alle eccellenze enogastronomiche italiane (il Vino DOCG), vi è ricompreso un valore dedicato al “Cesanese del Piglio” dal facciale di € 0,70, disegnato dalla bozzettista Giustina Milite.

20131018-101203.jpgLa serie completa, composta da 15 francobolli e relativi annulli primo giorno di emissione, comprende anche altre eccellenze italiane come il Barbera d’Asti (Piemonte), Vino nobile di Montepulciano (Toscana) e Oltrepo’ Pavase Metodo Classico (Lombardia). Un ulteriore riconoscimento ad un vino che è riuscito a superare indenne secoli di storia e che, da oggi, potrà viaggiare in modo differente su buste, cartoline e pacchi di ogni genere, con all’interno, magari, litri e litri di Cesanese.

a cura di Alessandro Di Tucci