Formia, dai 6 ai 99: insieme per crescere e vivere la gioia dello stare insieme

I piccoli alunni della De Amicis incontrano gli anziani della Residenza Belvedere di Formia.
Una splendida esperienza di condivisione è stata vissuta giovedì 11 maggio 2017 dagli alunni delle classi prime sez.A e B della Scuola Primaria De Amicis – Istituto Comprensivo Pollione – nella giornata trascorsa con gli ospiti della Residenza Belvedere di Formia. I bambini, accompagnati dalle insegnanti di classe e dal dirigente scolastico dott.ssa Annunziata Marciano, sono stati accolti dagli anziani e dagli operatori con lo scambio dei doni : fiori di plastica e manine di carta, a simboleggiare il desiderio di intessere una relazione di amicizia. La giornata è stata molto densa di momenti significativi: dalle poesie sull’infanzia lette dagli ospiti alle poesie sugli anziani recitate dai bambini; il momento della merenda che è divenuto occasione per parlarsi e conoscersi; la gara di birilli per giocare e gioire insieme; le canzoni tradizionali intonate dai chi è custode della nostra memoria (emozionante il momento in cui i bambini hanno ascoltato per la prima volta “Quel mazzolin di fiori”) sono state alternate dai canti e coreografie realizzate dai piccoli alunni, sul tema dell’amicizia e del progetto educativo d’istituto di quest’anno, “ I care”, ossia “ Ho cura…mi sta a cuore”, cura di tutto ciò che ognuno di noi , anche con piccoli gesti, può contribuire a rendere migliore.
In questo senso la giornata che i bambini hanno voluto trascorrere con gli anziani si colloca, come ha sottolineato nel suo intervento la dott.ssa Marciano, nel quadro di un percorso educativo attento al valore dello scambio intergenerazionale.
 

Sono infatti numerosi gli studi che hanno evidenziato come un legame anziani – bambini diventi un fattore “protettivo” per il benessere psichico di entrambi. Nell’esperienza vissuta oggi si è sperimentato nella semplicità e nella concretezza come bambini ed anziani abbiano indubbiamente qualcosa in comune, qualcosa che permette loro di “riconoscersi”, di interagire e di stare bene insieme. Non si tratta solo della vulnerabilità, ma anche di quel desiderio e quella curiosità (definita “infantile”, appunto) verso tutto e tutti, verso ciò che è esistito e ciò il presente lascia intravedere nei piccoli, costruttori di futuro.
 

Tuttavia «La persona anziana non ricade mai nell’infanzia», come sottolinea Boris Cyrulnik, neuropsichiatra francese esperto di fama mondiale sul fenomeno della “resilienza”, per cui gli anziani diventano spesso una figura di riferimento che offre sicurezza e stabilità, mentre nelle relazioni con i bambini possono trovare un nuovo slancio verso la vita e sostegno alle potenzialità latenti e residue. Come ricorda Rosalba Miceli, editorialista de “La Stampa”, in un articolo sull’argomento, molte sono le esperienze a livello internazionale che hanno dimostrato che, a contatto con i bambini, le persone avanti negli anni tendono ad essere più ottimiste, a sorridere, a impegnarsi in una conversazione, mantenendo viva la memoria e i ricordi, a prendersi più cura di se stesse e a sentirsi ancora utili. Basti citare, a titolo di esempio, la scuola materna Providence Mount St. Vincent, aperta dal 2011 a Seattle, ispirandosi ad un metodo ideato dal Mount’s Intergenerational Learning Center, un’organizzazione noprofit dedicata ai bambini, creata nel 1991 : la scuola è ospitata all’interno di una casa di riposo, dove quotidianamente non solo anziani e bambini sono coinvolti in attività programmate comuni come la musica, la danza, l’arte, l’ascolto e la narrazione, ma sono previsti momenti in cui viene incoraggiata e facilitata l’interazione libera e spontanea come avviene normalmente tra nonni e bambini. Attualmente la scuola materna è tra le più richieste e ha ricevuto diversi premi. Strutture intergenerazionali dedicate ad anziani e bambini esistono anche in Giappone a Canada. 

Al termine della giornata i bambini della De Amicis hanno lasciato agli ospiti della Residenza un cartellone realizzato durante la giornata con le impronte delle loro manine…ma siamo certi che l’esperienza vissuta oggi ha lasciato un’ “impronta” indelebile non solo negli anziani e nei bambini, ma anche negli operatori del centro, negli insegnanti e dirigente scolastico che hanno lavorato intensamente per la realizzazione di questa giornata. ”I care”, il motto con il quale Don Milani soleva definire il suo pensiero pedagogico, ha fatto intravedere un futuro possibile.