La via Appia, Regina Viarum, prima tra le vie di Roma, la madre dimenticata di tutte le strade europee, è stata ripercorsa interamente a piedi da Roma a Brindisi, con lo scopo di mettere in luce il grande valore storico e culturale di una memoria che congiunge quattro regioni del sud, attraversando territori splendidi e spesso dimenticati. Paolo Rumiz, scrittore e giornalista, dal viaggio ha tratto un racconto a puntate che è stato pubblicato nel mese di agosto sul quotidiano “La Repubblica”. Il regista Alessandro Scillitani ha realizzato una serie di documentari dal titolo “Il cammino dell’Appia Antica“. Il gruppo di camminatori è stato capitanato da Riccardo Carnovalini che ha studiato il percorso incrociando antiche mappe, scritti, dati satellitari, per cercare di rispettare il percorso originario della via Appia, anche nei luoghi in cui non ci sono più tracce. Lungo il tragitto, tanti si sono uniti al cammino, Vinicio Capossela, Raffaele Nigro, Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, e poi contadini, maestri di ballo, bariste, custodi di monumenti, pellegrini, menestrelli.
Dal 4 settembre, la carovana è ripartita da Brindisi per fare la strada al contrario, raccontare l’esperienza alle comunità locali, mostrare i film girati in anteprima e raccogliere impressioni e commenti sul progetto. È, in sostanza, una Marcia su Roma che parte dal Sud per rivendicare la valorizzazione della memoria perduta. Il viaggio – che sarà a sua volta filmato da Scillitani e registrato dal taccuino di Rumiz – ha forti contenuti simbolici. È soprattutto un Grand Tour alla rovescia che dice: non esiste solo il Colosseo. Il viaggio toccherà varie città poste lungo il tragitto della via Appia, per arrivare il 18 settembre a Roma dove è previsto un grande evento finale.
Giovedì 17 settembre, alle ore 20.30 Paolo Rumiz e Alessandro Scillitani saranno a Formia (Corte comunale) per raccontarci il loro viaggio. All’incontro, organizzato dall’Associazione culturale Lestrigonia e patrocinato dal Comune di Formia, interverranno anche il sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo e l’archeologo Gianmatteo Matullo.