Formia, prosegue la kermesse “Sette incontri per sette confronti”

Prosegue con il secondo appuntamento la kermesse “Sette incontri per sette confronti”, ideata e promossa dall’omonima associazione “Confronti”, presieduta da Mimmo Mallardi. L’appuntamento è per il prossimo sabato 8 novembre, alle 18, presso la sala Ribaud del Comune di Formia. Dopo il successo di pubblico e consenso avuto con Marc Luyckx Ghisi, è la volta del Prof. Pasquale Beneduce dell’Università di Cassino, studioso di Danilo Dolci, figura intorno alla quale girerà il nuovo “confronto”, dal titolo “Piantare uomini” : l’esperienza di Danilo Dolci, il Ghandi italiano”. Curatore di numerosi libri, tra i quali “Processo all’articolo 4”, Beneduce interverrà in sostituzione del collega Giuseppe Casarrubea, indisposto a partecipare a causa delle sue condizioni di salute.
Danilo Dolci (Sesana 1924 – Trappeto 1997), il “Ghandi italiano”, è stato un sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza. Triestino d’origine, dal 1952 si stabilisce a Trappeto, colpito dal degrado sociale di quei luoghi. Qui inizia un’opera instancabile di animazione sociale e di lotta politica applicando con grande coraggio e coerenza gli strumenti della non- violenza (scioperi della fame, manifestazioni, marce pacifiche). Fra le azioni più significative da lui promosse, “lo sciopero alla rovescia” che portò un gruppo di braccianti disoccupati a occupare una strada abbandonata vicino a Partinico per riattivarla. Tale iniziativa, narrata e documentata nel libro “Processo all’articolo 4”, gli costò un processo per occupazione abusiva di suolo pubblico e la detenzione proprio nel carcere Ucciardone.
Si ritorna così al “metodo maieutico”, di ascendenza socratica, ampiamente dibattuto durante il primo incontro con Ghisi, che costituisce una caratteristica importante dell’opera sociale ed educativa di Dolci: piuttosto che dispensare verità preconfezionate, egli ritiene che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso valorizza la cultura e le competenze locali, il contributo di ogni collettività e ogni persona. “Creativo e rigoroso nel contempo, il percorso di Danilo Dolci ha saputo coniugare progetto ed utopia. La sua vita e la sua opera ci hanno mostrato la possibilità di una strada, ardua ma concreta, per un futuro alternativo alla massificazione, alla disgregazione, alla violenza” (Giuseppe Barone).

“ […]C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato”.
(“Ciascuno cresce solo se sognato” – Danilo Dolci)

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