L’IISS “Caboto” , intitolati tre ambienti dell’Istituto al Preside Prof. Antonio Troisi, al Prof. Francesco Trapani e allo studente Romeo Bondanese

Se volessimo trovare il filo conduttore di questa giornata del “Caboto” di Gaeta, la parola chiave sarebbe “memoria”. Non intesa come ricordo di qualcuno ma come rendere presente e attiva l’azione di coloro di cui l’Istituto ha voluto fare memoria in questi nostri giorni.

Già nel 2009 erano stati intitolati tre ambienti dell’Istituto ad altrettanti personaggi simbolo: il Preside Giovanni Viola, il Preside Gaetanino Pasciuto e il Preside Roberto Russo, tutti nella memoria dei cittadini gaetani.

Oggi sono state intitolate tre ambienti “simbolo” dell’Istituto a tre persone che hanno lasciato anch’essi, in modo diverso, la loro impronta nella storia dell’Istituto e di molte vite.

L’Aula Magna da oggi sarà l’Aula Antonio Troisi. Prima studente, poi docente e, infine, Preside dell’Istituto di Piazza Trieste, Antonio Troisi ha passato nell’Istituto complessivamente 48 anni della sua vita. Da Preside si è preoccupato di creare idee e percorsi che potessero guardare al futuro, senza tralasciare le radici del presente, partecipando a molte fasi di riforma dell’Istruzione Nautica messe in atto dal Ministero dell’Istruzione (Progetto Orione, Progetto Nautilus, Istituti Trasporti e Logistica). Antonio Troisi, nel suo percorso da Preside, ha introdotto dinamiche didattiche innovative, visioni antropologiche ed epistemologiche, oltre a nuove tecnologie, che sono diventate, successivamente, patrimonio dell’intero sistema scolastico. L’uomo Antonio Troisi è stato anzitutto educatore nel senso letterale del termine: aiutava i suoi studenti a tirare fuori il meglio di sé, attraverso il confronto continuo, severo, ma sempre rispettoso delle dinamiche di crescita dei suoi studenti.

Il Simulatore di Navigazione, appena rinnovato e implementato con tecnologie del tutto innovative (Cybersecurity, visione in 4k, ecc.), al Prof. Francesco Trapani. Francesco Trapani, studente dell’Istituto negli anni ‘70, si avvia alla carriera marittima fino a diventare Comandante di Lungo Corso su navi gasiere. Nel 1997 inizia una serie di collaborazioni con l’Istituto fino ad entrare in ruolo nel 2007. Dal 2005 lavorerà con il Preside Troisi e con altri docenti per impiantare il primo Simulatore di Navigazione dell’Istituto, curandone personalmente e supervisionandone il montaggio fino al settembre 2009. In quegli anni, a seguito degli esiti dell’Ispezione da parte dell’Agenzia Europea EMSA, lancia il grido d’allarme per il rischio del sistema italiano di Istruzione Nautica di essere soggetto a Procedura di Infrazione perché carente di una serie di aspetti previsti dalle norme internazionali. Dalle sue intuizioni inizierà il processo che porterà alla nascita di certificazione di tutti gli Istituti Trasporti e Logistica italiani e, successivamente al Sistema Quali.For.Ma. Sostanziale, poi, il suo contributo per la nascita e l’impianto dell’ITS “Fondazione Caboto”.

La Palestra dell’Istituto al giovane Bartolomeo Bondanese, per tutti noi “Romeo”, tragicamente scomparso il 16 febbraio del 2021, rappresenta per l’Istituto un riferimento per la riflessione sulla assurdità di tutte le forme di violenza che degradano la persona, affinché, come hanno ricordato i familiari di Romeo, “ogni ragazzo che guarda quella targa ed entra in quell’ambiente ricordi il senso di responsabilità che è chiamato a vivere e la caducità della vita umana”.

La mattinata è iniziata con il saluto della Dirigente Scolastica, Professoressa Maria Rosa Valente, che ha accolto le autorità e gli oltre 150 presenti in Aula Magna, ricordando come l’Istituto sia stato il primo riferimento culturale non solo del territorio ma anche dell’intera regione per molto tempo. Ha ricordato come “mantenere vivo il filo della memoria, oggi più che mai, dal momento che viviamo in una società veloce e consumistica, dove, tutto si dimentica velocemente. Come società e come scuola in particolare dobbiamo impegnarci, invece, affinché non si riduca il tutto solo ed esclusivamente al presente. Dobbiamo tener viva la consapevolezza del percorso che ci ha portato all’oggi e la capacità di coltivare il senso della continuità, in modo da comprendere il presente per saper costruire il futuro”.

L’Assessore all’Istruzione della Regione Lazio, Dott. Giuseppe Schiboni, facente le veci del Presidente della regione Lazio On. Rocca, ha ricordato come, sin da quando era Assessore all’Istruzione della provincia di Latina, la scoperta delle peculiarità dell’Istituto lo abbia indotto a ritenerlo come un “fiore all’occhiello” dell’intera Provincia. Ha sottolineato “come il riferimento alla storia dell’Istituto è anche riferimento alle tradizioni culturali di un territorio che ha le sue radici ben salde nella cultura del mare … un legame che, al contempo lo lancia verso una visione non locale ma nazionale ed internazionale”.

Il Presidente della Provincia di Latina, Dott. Gerardo Stefanelli, ha espresso la sua ammirazione per l’iniziativa dell’Istituto che celebra la sua storia: “Credo che non ci sia modo migliore per farlo se non attraverso il racconto e il ricordo delle vite di figure cruciali nel tessuto … della scuola: un dirigente, un docente e uno studente. Tre figure diverse che rappresentano però il grande valore … che questo centro di formazione rappresenta nella vita dei tanti studenti che qui si sono preparati ad affrontare il futuro.” Ha poi centrato il motivo del “fare memoria” come via per ricostruire un approccio più vero con il presente da parte delle nuove generazioni: “Viviamo in una società liquida, che rincorre in modo ossessivo l’istante e ha sempre più bisogno di un filo che unisca … per alimentare il legame profondo con la nostra identità e fornire ai giovani dei valori profondi su cui fondare la propria personalità. … Ecco perché, iniziative come queste servono a custodire e valorizzare le vite di chi ha vissuto con dedizione e passione il proprio compito di educatore, accompagnando molti giovani nella formazione, e ancora di più, di chi morto prematuramente, come Romeo, può essere un monito a difendere la sacralità della vita.

“Emozionato ed orgoglioso” della realtà rappresentata dall’Istituto “Caboto” si è dichiarato il Sindaco di Gaeta Dott. Cristian Leccese, sottolineando ancora una volta la peculiarità e la varietà della formazione erogata ha sottolineato come da sempre “i grandi progetti, i grandi obiettivi, non si realizzano da se ma con le gambe delle persone… camminano nella testa, nelle gambe e nel cuore di uomini e donne che non fanno solo il loro lavoro ma mettono del proprio… vedere una Scuola viva, non solamente in quanto fa scuola … ma viva nelle azioni, nelle attività, nell’interpretare il futuro, gli orizzonti che ci sono davanti e mettere in tutto questo anche una sana umanità nel ricordare le persone che non sono più con noi … messe al centro del nostro percorso per guardare al futuro, non è una cosa da tutti, per questo mi complimento anche a nome di tutta l’Amministrazione Comunale”.

Guardare e ricordare le vite del preside Troisi, del prof. Trapani e dell’alunno Bondanese vuol dire tener presente il filo della memoria dell’Istituto Caboto la cui storia ha avuto inizio 170 anni fa, ma che continuamente diventa nuova storia attraverso tutti coloro che giornalmente vi operano e costruiscono nuove generazioni di uomini e donne e cittadini.