“L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi: un’emozionante saga familiare

Casa Editrice: Piemme
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 176
Prezzo: 15,50 €

«Mi chiedo che cosa siano gli anni. A volte credo siano passi, un piede avanti l’altro lungo una striscia che hai tracciato prima di uscire allo scoperto, alla luce, al sole che ti abbraccia e ti acceca. Un solco da seguire anche se il sole è già sparito, e l’umido ha bagnato il selciato. La strada che percorri, forse questi sono gli anni»: sono le parole di Eufrasia, l’anziana protagonista del romanzo “L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi. La settantenne Eufrasia è un’abile sarta da più di sessant’anni; prima di lei le sue antenate Esther, Clelia e Miriam si sono tramandate il mestiere di generazione in generazione, insieme alla loro saggezza. Quando arriva nel suo piccolo borgo una giovane donna che vuole imparare da lei, l’anziana si sente quindi in dovere di trasmettere il suo patrimonio di conoscenze; dal loro singolare incontro nasce la trama di questo commuovente romanzo: una storia di legami intrecciati come fili di un ordito. È una vicenda che ci ricorda l’importanza delle nostre radici e che paragona l’arte del ricamo a quella del narrare, e quindi sottolinea il valore del tramandarsi le storie, di tessere le trame dei ricordi; per questo motivo Eufrasia non cuce solo abiti ma vuole anche conoscere il vissuto dei suoi clienti – «L’arte mia è sistemare con l’ago, aggiustare, cucire ma non solo le stoffe. L’arte mia ricama parole, le taglia a misura perfetta del cliente che viene da me, per chiedermi il vestito con cui figurare […] Allora ricamo le frasi, le seguo con refe di seta e aggiusto la storia che quest’uomo si porta addosso. La sistemo in forma di abito bianco e do alla giacca il taglio che serve a sostenere l’eleganza di una vita». Quando Filomela si presenta alla porta di Eufrasia, oltre a chiederle il corredo da sposa la prega di prenderla come apprendista; l’anziana accetta, ma non è semplice per lei all’inizio interfacciarsi con la giovane. Col tempo, però, le due donne tanto diverse trovano un punto in comune e sviluppano un rapporto sempre più stretto, che l’autore descrive con poetica delicatezza. Filomela sembra condividere la stessa anima di Eufrasia e delle sue antenate, e le porge una richiesta strana: vuole che la donna le racconti dell’amore. Inizia quindi un viaggio nel passato che porta il lettore a conoscere la storia del grande amore perduto di Eufrasia; un legame cucito con filo spesso, per non essere mai dimenticato.

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