Navi cisterna a Formia. Art Uno:”Quanto incidono sulla spesa pubblica?”

Non ci è sembrata una notizia degna di nota l’annuncio di Acqualatina rispetto allo stralcio dalla delibera della Conferenza dei Sindaci dell’intervento sui dissalatori, per l’area del sud pontino. Ciò , considerato che la città si era già ampiamente espressa e che lo stesso Consiglio comunale non ha esitato a respingere la sua installazione. Grave, davvero impensabile sarebbe stato il contrario.

Tuttavia, il pericolo può essere sempre in agguato e ripresentarsi in futuro: per questo, rimanere vigili deve essere impegno di tutti, nostro senz’altro.

Ma l’emergenza idrica stenta a trovare soluzioni definitive e l’altra notizia, quella riguardante l’ingresso nel nostro porto di navi cisterna per l’approvvigionamento di acqua non riesce ad essere per noi incoraggiante.

Dopo il potabilizzatore a Gaeta , Formia, città di acqua quasi per definizione , sarà rifornita tramite navi che saranno in grado di aggiungere una portata giornaliera – dicono – di 23 litri al secondo.

Se servirà a rendere meno grave il disagio di tante famiglie, accettiamo, pur non senza evidenziare forti criticità .

Ci chiediamo , ad esempio, se tale portata integrativa, unitamente certo a quella consentita con il pozzo 25 ponti e agli altri interventi, riuscirà davvero ad eliminare l’emergenza .

Nutriamo qualche preoccupazione e, considerato che molte delle perplessità da noi evidenziate in passato hanno poi trovato riscontro nella realtà, le esterniamo e le poniamo all’attenzione di quel dibattito cittadino, che seppure frammentato tra le diverse realtà che di acqua si stanno occupando, comunque sta contribuendo ad accelerare certi processi.

L’operazione è molto esosa e vorremmo saperne di più sui costi . Quanto incide sulla spesa pubblica ricorrere all’ausilio di navi cisterna? Che trattasi di finanziamenti a carico della Regione non giustifica nulla. Non si può comunque avallare un investimento , la cui entità non ci è chiara, se non trova giustificazione nella risoluzione del problema.

Ci risulta che in altri luoghi, il costo dell’acqua rifornita da alcune note Società sfiora cifre esorbitanti, scandalose: in alcuni casi, l’acqua acquistata raggiunge, ci risulta, somme vicine ai 13 euro al metro cubo. Auspichiamo ovviamente che qui non avverrà ma, visto ciò che accade ovunque nel settore dell’acqua e dei diritti, la preoccupazione rimane ed è forte.

Ci sorge il dubbio che, come per i dissalatori, anche in questo caso si vadano a delineare interessi economici e affari non del tutto trasparenti . Il fatto che un territorio così ricco di risorse debba acquistare acqua altrove, induce inevitabilmente a qualche riflessione.

Non vogliamo pregiudizialmente dire no alle navi cisterna se queste ci garantiscono almeno di tamponare un’emergenza interminabile e ormai del tutto insostenibile. Non vorremmo però che il loro utilizzo diventasse sistema nel tempo: riteniamo che esse si possano tollerare solo se dentro i limiti di una situazione emergenziale.

Troveremmo davvero immorale ancora fare business sulla sete delle persone e sull’acqua che è per definizione bene collettivo e diritto di tutti.

E ancora – e questo ci preoccupa ancora di più – a quanto servirà questo pur apparentemente necessario intervento (navi cisterna) se la rete idrica continuerà ad essere dissestata come sappiamo ormai bene che sia?

Se le dispersioni continuano imperterrite a viaggiare su percentuali così alte (70%) e, al di là delle enunciazioni, nulla viene fatto, a cosa davvero serviranno le navi? il rapporto utilizzo reale- costo varrà davvero l’impresa? Oppure , è più importante l’affare rispetto al risultato?

Ci piacerebbe su tali questioni avere risposte certe, chiare, non più nebulose.

Il bando per la manutenzione straordinaria è scaduto ma non abbiamo ancora notizie in merito. Accelerare i tempi degli interventi sulla manutenzione e sul recupero della rete idrica è un obbligo al quale non ci si può più sottrarre. Chiediamo con forza che si dia , finalmente, una concreta accelerazione ai lavori.

Qualsiesi iniziativa crolla miseramente se non si procede alla riparazione di un impianto che “fa acqua “ da tutte le parti.

I tempi distesi che Acqualatina da sempre si concede non sono più possibili.

E, infine, ricordiamo la priorità assoluta: l’impegno sulla ripubblicizzazione delle risorse idriche, in grado di mandare definitivamente a casa ACQUALATINA.

Sembra in realtà che tutta la discussione sui dissalatori e sui pozzi prima, sulle navi cisterna poi , abbia (volutamente) dilatato nel tempo la vera e più seria decisione: il ritorno alla gestione pubblica.

Acqua pubblica e scarsità idrica camminano insieme: sono entrambe una seria emergenza.

Pur riconoscendo che non sia una cosa di facilissima soluzione, riteniamo anche che si stia perdendo tempo e che la discussione sia troppo chiusa all’interno dell’Ato 4 e non trovi mai una occasione vera di confronto con i cittadini e con i vari Comitati.

Continua ad avvertirsi con fastidio una difficoltà ad entrare nei luoghi della decisione.

Anche i Comitati cittadini che hanno chiesto una loro presenza non ci pare che siano riusciti ad ottenerlo: speriamo di sbagliarci.

Anche per questo, abbiamo coinvolto un nostro rappresentante politico, il Consigliere Regionale Riccardo Agostini, affinchè si faccia portatore in Regione delle problematiche locali.

Ha già incontrato a Formia il Comitato spontaneo dei cittadini del basso Lazio , ha in primis espresso solidarietà alle persone denunciate , si è messo a disposizione delle esigenze locali e territoriali, e preso impegni pubblicamente nel merito in particolare della ripubblicizzazione , tema che ha messo al centro del dibattito del Consiglio regionale del Lazio.