Per andare in pensione a 56 anni nel 2025 bisognerà soddisfare specifici requisiti stringenti. Scopriamo le condizioni inserite nella Manovra.
Il pensionamento anticipato è il sogno di tanti lavoratori che vorrebbero evitare di continuare a lavorare fino alla pensione di vecchiaia che si raggiunge a 67 anni di età avendo accumulato minimo 20 anni di contributi.

Da una parte i lavoratori che attendono con trepidazione il momento del pensionamento, dall’altra il Governo che deve pensare al benessere della nazione e si trova a fare i conti con l’invecchiamento della popolazione e con l’inverno demografico. Due fenomeni che mettono a rischio il sistema previdenziale italiano dato che sono i lavoratori che pagano le pensioni con i contributi. Dove il numero dei lavoratori si riduce sempre più – cosa che sta accadendo in Italia – mentre quello dei pensionati cresce allora iniziano i problemi.
Chi potrà andare in pensione a 56 anni, opportunità per pochi
Da qualche anno il Governo sta rendendo meno convenienti le misure di pensionamento anticipato per spingere i lavoratori a continuare con l’attività il più a lungo possibile. Pensiamo a Quota 103 che permette il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi ma solo accettando il sistema di calcolo contributivo oppure alla pensione anticipata contributiva che ha visto alzare i limiti minimi per accedere allo scivolo. (3 volte il trattamento minimo è una cifra che molti non raggiungeranno mai).

Lo scivolo che permette il pensionamento a 56 anni è la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi all’80%. Questo tipo di scivolo è dedicato a chi ha un’invalidità riconosciuta dagli uffici sanitari dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale con percentuale pari o superiore all’80%. Per lasciare il mondo del lavoro bisognerà aver compiuto 56 anni se donne e 61 anni se uomini.
Altra condizione è essere dipendenti del settore privato iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria INPS oppure presso Fondi sostitutivi INPS. In più si dovrà essere in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995 e aver maturato minimo 20 anni di contributi. Se il riconoscimento dell’invalidità fosse stato accertato da un’ente diverso dall’INPS allora costituirà un elemento di valutazione per l’esito del giudizio medico legale da parte degli Uffici sanitari incaricati.
Nel caso in cui lo stato di invalidità venga ritenuto valido dopo il compimento dell’età pensionabile allora la decorrenza della pensione di vecchiaia anticipata sarà fissata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di verifica dell’invalidità a condizione che tutti gli altri requisiti siano soddisfatti. Sono esclusi dalla misura i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici tranne quelli che hanno maturato il trattamento con la contribuzione accreditata presso il Fondo pensione lavoratori dipendenti o i fondi sostitutivi.