Pensionati in ginocchio: l’Inps sta chiedendo indietro i soldi a molti i quali, come si suol dire, cadono dalle nuvole di fronte a questa richiesta che sembra davvero assurda. Vediamo che cosa sta succedendo.
Ci si impiega una vita a guadagnarla e poi basta un attimo per perdere tutto. A cosa mi sto riferendo? Alla pensione che, ormai, per tutti coloro che vivono e lavorano in Italia, è diventato il traguardo più ambito. Ma anche una volta raggiunto tale traguardo, non c’è mai da stare tranquilli.

Tantissimi pensionati stanno ricevendo lettere dall’Inps con la richiesta di restituire indietro il denaro ricevuto. Possibile? Possibile che l’Istituto di Previdenza Sociale prima eroghi gli assegni previdenziali e poi rivoglia indietro i soldi? Non solo è possibile ma è reale: un vero incubo che tanti pensionati stanno vivendo.
Naturalmente tutti stanno cadendo dalle nuvole: e come potrebbe essere diversamente del resto? Chi mai potrebbe immaginare di dover restituire la pensione a cui si è faticosamente giunti dopo tanti anni di lavoro e di contributi versati. Nel prossimo paragrafo vediamo, per bene, cosa sta succedendo e, soprattutto, chi rischia di perdere la pensione.
Pensione: in questi casi devi restituirla
L’Inps ci dà e l’Inps ci toglie. Ma nulla mai avviene per caso, dietro questa richiesta di restituire il denaro c’è un motivo ben preciso che, purtroppo, molti ignoravano e che hanno scoperto solo quando ormai era troppo tardi. In alcuni casi, in effetti, l’Inps ha tutto il diritto di chiedere indietro la pensione.

Una dubbio che molte persone ancora hanno è il seguente: si può tornare a lavorare dopo essere andati in pensione? La risposta giusta è: dipende! Dipende dalla misura di cui si è fruito per accedere alla pensione. Chi è andato in pensione con la legge Fornero, cioè a 67 anni con 20 anni di contributi, può tranquillamente rimettersi a lavorare sia come dipendente che come libero professionista.
Stesso discorso per chi ha fruito della pensione anticipata ordinaria – che prevede l’accesso alla pensione a qualunque età con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi per le donne – o di Quota 41. In tutti questi casi è possibile tornare a lavorare anche dopo la pensione.
Ben diversa la situazione di chi ha beneficiato di Ape sociale o delle pensioni a Quote: Quota 100, Quota 102 e Quota 103. In questi casi reddito da lavoro e reddito da pensione non sono cumulabili e, dunque, non si può tornare a lavorare né come dipendenti né aprire un’impresa. Si può, al massimo, svolgere lavoro occasionale in forma autonoma e solo fino ad un massimo di 5000 euro all’anno.

Diversamente, anche qualora si guadagnassero anche solo 50 euro per aver aiutato un amico un giorno nella sua azienda, l’Inps può chiederci indietro i soldi che ci ha erogato. E’ esattamente quello che è accaduto al signor Ruggero Bassetti, un pensionato di Trento. Il signor Bassetti aveva fruito di Quota 100 per andare in pensione con qualche anno di anticipo.
Da anni svolge l’attività di allenatore amatoriale di pallavolo e ha proseguito anche dopo la pensione. La società ha dovuto fargli firmare un contratto di collaborazione e gli ha riconosciuto 1200 euro per un anno di lavoro e ora l’Inps gliene chiede indietro 40.000.