Perché la provincia di Latina non può ambire a inserirsi sulle rotte delle Autostrade del Mare? Lo sviluppo parte proprio da qui

Alle proposte cicliche sulla pur essenziale realizzazione di uno scalo civile aeroportuale nel nostro territorio assistiamo da tempo ma purtroppo con scarsi risultati, verosimilmente anche a causa delle difficoltà burocratiche ; su quelle che riguardano lo start della strada Pontina spendiamo email, fiumi d’inchiostro e sigliamo accordi che si fondono sullo sviluppo futuro del territorio.
Ma io credo che il vero impulso di sviluppo di questa area territoriale non sia da ricercare ostinatamente, o solo, per le vie commerciali aeree né solo su quelle su gomma o rotaia; forse la soluzione potrebbe essere rappresentata nel cercare di inserire la nostra area geografica sulle rotte commerciali e turistiche che guardano alle autostrade del mare, tema sino ad oggi assai poco dibattuto e sviluppato.
In realtà l’area portuale di Gaeta già da anni ha ampliato il suo raggio d’azione, sia crocieristico che commerciale, ma io credo che questo sistema provinciale vada potenziato proprio nell’ottica di uscire da un isolamento ormai tradizionale della provincia di Latina. Le vie d’acqua ci ricordano che la storia dei popoli parte da lì, da quella irrefrenabile voglia di esplorazione che ha portato il Mediterraneo a diventare la culla della civiltà. Concentrare le nostre energie, forze, progettualità e risorse sulla zona portuale di Gaeta credo che sia un inizio per inserirci lungo l’asse delle autostrade del mare, un progetto non affatto visionario che richiede il sostegno e la collaborazione in rete dei riferimenti politici regionali ed europei.
Le autostrade del mare oggi in regione Lazio prevedono le rotte che partono dal porto di Civitavecchia, ma se l’obiettivo della classe politica territoriale è quello di migliorare le nostre arterie di collegamento e sconfiggere la rete d’isolamento della provincia è necessario cominciare a pensare e ideare lo sviluppo del futuro avendo come punto di riferimento il mare. In questo modo non soltanto ci scrolleremo di dosso l’etichetta di periferia, ma rafforzeremo al contempo le reti fra i porti italiani ed europei.
In quest’ottica, più progettuale che visionaria, va sottolineato che seguire la scia delle autostrade del mare riduce sensibilmente il traffico sulle reti terrestri (ferrovie, strade e autostrade), si elimina una buona parte degli iter burocratici che rallentano i trasporti stessi, oltre a contrastare l’inquinamento atmosferico e a realizzare un cospicuo risparmio economico nel trasporto delle merci, dato che il sistema autostrade del mare si fonda sulla linea della intermodalità, dove le merci si possono velocemente spostare e trasbordare tra vari mezzi di trasporto.

Avv. Pasquale Cardillo Cupo, consigliere Fratelli d’Italia – Presidente della Commissione edilizia, viabilità, lavori pubblici Provincia di Latina