Si può effettuare un versamento in contati sul conto corrente? Attenzione a quello dichiari, ecco quando scatta l’indagine da parte del Fisco.
Anche se ci troviamo a operare sul nostro conto corrente, dobbiamo rispettare alcuni aspetti fondamentali che dice la legge. Negli ultimi anni l’evasione fiscale è diventato un argomento molto scottante per lo Stato con le casse che hanno riscosso molto meno di quanto avrebbero dovuto. Proprio per questo motivo si è deciso di affinare i controlli e cercare di fermare oltre ai reati anche quelle situazioni che si possono considerare bordeline.

Depositare dei soldi in contanti sul nostro conto corrente non è di per sé reato, ma un flusso anomalo in questo senso potrebbe anche rivelare un’attività illecita. Nonostante non per forza i contanti sono dei soldi sporchi, lo Stato vuole una giustificazione costante sui movimenti che vengono fatti.
Negli ultimi anni si è discusso molto anche sull’idea di digitalizzare totalmente i soldi, cercando di far terminare la circolazione di denaro contante e premiando solo ed esclusivamente l’utilizzo di carte. Questo perché si fermerebbero non solo le attività illecite, ma anche lo sfruttamento e la mancata sicurezza del lavoro in nero. Oggi però vogliamo occuparci principalmente dei versamenti senza aprire un argomento più grande di questo.
Versamenti in contanti, quando scattano i controlli
Ma quando partono i controlli da parte del Fisco nel momento in cui andiamo a effettuare dei versamenti in contanti sul nostro conto corrente? Ci sono delle indicazioni precise che derivano da ciò che dice la legge.
Va detto che il Fisco tende a concentrarsi soprattutto su chi effettua dei versamenti frequenti o di un importo decisamente significativo. State dunque tranquilli se a Natale vostra nonna vi ha regalato 50 euro e decidete di metterli da parte sul vostro conto corrente, per fare solo un esempio.

Dobbiamo specificare anche però che in assenza di una dichiarazione chiara il contribuente dovrà dimostrare che quei soldi non sono frutto di attività non dichiarati. Infatti non basta dire che “sono risparmi”, ma si deve poter provare cncretamente da dove provengono.
Concludiamo specificando che il Fisco parte con gli accertamenti cinque anni dopo il deposito e che dunque abbiamo questo tempo per andare a giustificare da dove vengono i soldi che abbiamo versato in contanti sul nostro conto. Sono tutti argomenti che non ammettono ignoranza, se quindi non conosciamo questa legge verremmo comunque puniti se colti in fallo definitivamente.