Chi acquista casa in determinate condizioni potrebbe aver diritto a un doppio rimborso, lo ha stabilito una recente ordinanza della Cassazione.
L’ordinanza in oggetto, la n. 28765/2024, della Corte di Cassazione chiarisce diversi dubbi relativi all’importanza delle verifiche della conformità urbanistica ed edilizia di un immobile prima di procedere all’acquisto. Quando si sta per comprare una casa, l’acquirente dovrebbe sempre preoccuparsi di capire se l’immobile è in regola con i permessi edilizi ottenuti. Ed è anche necessario accertarsi che qualsiasi modifica successiva sia conforme alle norme vigenti.

In questi casi si parla di “stato legittimo“, cioè di piena conformità dell’immobile rispetto ai permessi edilizi. Ignorare queste verifiche potrebbe comportare diversi disagi. Parliamo di complicazioni legali e di costi imprevisti, come quelli previsti per rimuovere tutti gli abusi edilizi. Lo stato legittimo è definito dai titoli autorizzativi che hanno disciplinato la costruzione e gli interventi successivi sull’immobile. Tutti questi titoli non devono essere verificati solo dall’acquirente ma anche dall’autorità competente al momento del loro rilascio.
Rimborso dopo aver acquistato casa con abusi edilizi: quando e perché è possibile
E dopo l’introduzione del Salva Casa (la legge 105/2024), bisogna includere nella valutazione dello stato legittimo anche vari strumenti di sanatoria. Dopodiché, accertato lo stato legittimo dell’immobile, è altresì fondamentale verificare che esso corrisponda allo stato di fatto dell’opera. Solo così si può decretare la regolarità urbanistica ed edilizia della casa. Tutte queste verifiche sono importanti ma non obbligatorie…
Gli acquirenti non sono però solo penalizzati. In alcuni casi specifici, hanno il diritto di essere risarciti. Succede quando l’acquisto di un immobile minato da simili problemi comporti il deprezzamento dell’investimento. Da qui l’obbligo di rimborso per i costi sostenuti per la rimozione degli abusi edilizi, anche cumulativamente.

La recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 28765/2024), incentrata sulla compravendita immobiliare e la responsabilità del venditore per abusi edilizi non dichiarati, ha sottolineato che, anche se non è obbligatorio verificare la conformità edilizia di un immobile durante la compravendita, la mancanza di questa verifica può sempre portare a delle controversie.
Nella fattispecie, la Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui un venditore non aveva dichiarato la presenza di abusi edilizi durante la vendita di un immobile, causando danni agli acquirenti. Di fronte a questo caso, il tribunale ha stabilito che i nuovi possessori della casa, cioè gli acquirenti, avessero diritto a un doppio risarcimento.
Più precisamente: un risarcimento per il deprezzamento dell’immobile e un rimborso per le spese di rimozione degli abusi edilizi. Il venditore ha contestato la decisione. In pratica, ha sostenuto che riconoscere entrambi i risarcimenti, cioè il deprezzamento e la rimozione degli abusi, costituirebbe una duplicazione non legittima del risarcimento.
Ma la Corte di Cassazione ha ribadito i diritti degli acquirenti a essere risarciti per i danni subiti a causa di abusi edilizi non dichiarati. Le spese sostenute sono per l’eliminazione delle irregolarità edilizie, infatti, non contribuiscono a ripristinare il valore originale dell’immobile. Anche dopo la rimozione degli abusi, l’immobile rimane svalutato. Ecco il perché del doppio rimborso.