Condannati per bancarotta fraudolenta: coniugi casertani sorpresi sul loro yacht a Gaeta

Agenti della squadra mobile di Caserta, diretta dal vice questore Alessandro Tocco, in collaborazione con il commissariato di Gaeta, hanno arrestato il 64enne G. S., nato a Napoli e residente a Caserta, e la moglie M. G. C., nata a Bellona e residente a Caserta. I due erano colpiti da un ordine di carcerazione, emesso l’1 agosto scorso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura presso il Tribunale di Napoli, dovendo espiare una condanna definitiva, rispettivamente, a 5 anni di reclusione ed a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per concorso in bancarotta.

I due coniugi erano irreperibili da alcune settimane, avendo fatto perdere le loro tracce nell’imminenza della emissione del provvedimento restrittivo. Infatti, erano risultati inizialmente vani tutti i tentativi dei poliziotti di rintracciarli presso la loro abituale residenza e presso quella dei loro più stretti congiunti. Pertanto, era stata avviata una meticolosa e scrupolosa attività investigativa finalizzata ad individuare i luoghi dove i due potevano avere trovato rifugio.

L’attenzione degli investigatori si concentrava sul comune di Gaeta, dove la famiglia dei due ricercati era solita trascorrere le vacanze, per cui aveva inizio una sistematica attività sul territorio, nel corso della quale i poliziotti si camuffavano da normali vacanzieri in bermuda e ciabatte, anche perché era stata acquisita la notizia che i coniugi disponevano di una grossa imbarcazione da diporto a bordo della quale potevano aver trovato rifugio. Per tale motivo, nei giorni scorsi, erano stati effettuati controlli presso tutti i porti turistici ed i cantieri navali ubicati lungo il litorale del comune rivierasco, controllando i registri conservati dai gestori. Lo sforzo investigativo aveva successo nella prima mattina di ieri. Infatti, i poliziotti, individuavano l’imbarcazione – un cabinato con 6 posti letto, intestato ad una società con sede legale in Inghilterra, munito di due potenti motori da 900 cavalli ciascuno, confuso tra oltre 250 scafi – ancorata in una delle darsene prossime al centro cittadino. Immediatamente, una squadra vi saliva a bordo constatando però che l’imbarcazione era vuota, sebbene vi fossero tutte le tracce della presenza attuale di due o più persone: giornali di recentissima pubblicazione, frigo e dispensa pieni, capi di abbigliamento ed effetti personali.

Pertanto, i poliziotti, richiuso il natante, si appostavano tra i moli e le altre imbarcazioni, in attesa che i ricercati vi ritornassero. Dopo circa tre ore di attesa, effettivamente, la coppia ritornava all’attracco, dove trovava ad attenderli i poliziotti i quali, nel frattempo, avevano anche individuato nel parcheggio riservato ai diportisti un’autovettura nella loro disponibilità, intestata ad un prossimo congiunto. I coniugi, che si erano allontanati per una lunga passeggiata nel primo mattino, quindi venivano arrestati ed accompagnati rispettivamente alla Casa Circondariale di Cassino e presso il carcere Femminile di Pozzuoli.

La condanna dei coniugi si riferisce ad una lunga vicenda giudiziaria, iniziata negli anni ‘90, che aveva riguardava un’impresa di Casagiove.

fonte: interno18.it