Tatticamente: Verona-Roma 1-3

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a cura di Angelo Capotosto

Tattica: Nell’anticipo domenicale della ventunesima di Serie A la Roma targata Rudi Garcia è stata una squadra dai due volti. Un primo tempo a ritmi bassi con un centrocampo muscolare e un attacco che fatica a trovare occasioni da gol. Un secondo tempo con più tecnica e velocità nel giro palla (grazie anche all’inserimento di Pjanic) e la netta sensazione di poter affondare il colpo da un momento all’altro. In entrambe le frazioni di gioco la percezione che ha il pubblico è che la Roma di Garcia sia una squadra vera, una squadra che ha le idee chiare, una squadra in missione insomma. E la missione del comandante francese la conosciamo tutti: si chiama scudetto. Meno sei dalla Juventus dei record e ritrovato ottimismo nel sogno giallorosso che manca dai tempi di Fabio Capello. Il mister ex Lille ha capito da subito che nel campionato italiano si vince non subendo gol e questa Roma con la coppia centrale più forte del campionato e quei 3 cagnacci (ma dai piedi buoni) a fare schermo a centrocampo è un cliente particolarmente duro per ogni attacco della serie A. C’è da dire che il Verona ha portato a casa comunque la sua onesta partita, ma il tasso tecnico della squadra gialloblu si è notevolmente ridotto dopo la partenza destinazione Capodichino del brasiliano Jorginho. La svolta della partita, a nostro avviso, è stato il grave infortunio di Maietta che ha lasciato il campo ad un Donadel non a livello della Serie A. Da lì in poi ogni percussione di un indemoniato Gervinho era motivo di apprensione per la difesa scaligera. Il giocatore ivoriano è stato il migliore in campo e con le sue accelerazioni è riuscito a mettere a ferro e fuoco tutta la retroguardia veneta senza che Mandorlini trovasse un rimedio efficace quantomeno per limitarlo.

Dall’altra parte continua l’ottimo campionato del gioiellino Iturbe. Il giovane attaccante argentino ha i colpi del grande giocatore e siamo sicuri che approderà presto in uno dei top club italiani se non europei.

Mente: Avevamo commentato lo stato di forma fisico ma soprattutto mentale della squadra Veronese proprio la settimana scorsa contro il Milan e non possiamo fare altro che confermare l’analisi realizzata sette giorni fa. La spia rossa non si è ancora accesa soprattutto grazie al “fieno” messo in cascina dai giocatori di Mandorlini durante il girone d’andata, ma continuando con queste prestazioni scariche a livello motivazionale potrebbe nascere il pericolo che il Verona possa essere risucchiato nella lotta per non retrocedere. Sulla squadra capitolina la disamina è elemntare: c’è entusiasmo, voglia, convinzione ed unità d’intenti. Per lo scudetto c’è anche la Roma.