Ladri in #Chiesa a #Itri: forzato un lucernario si calano con la fune

Sono penetrati di notte nella chiesa, calandosi con una fune, dopo aver forzato una finestrella laterale sul corpo di una piccola cupola collocata sulla navata di sinistra e, una volta all’interno, hanno fatto razzia di parecchie cose. 

E’ successo a Itri dove è stata presa di mira la chiesa dell’Annunziata ubicata nel centro del paese. I malviventi si sono mossi, nella notte tra domenica e lunedi, sulle tettoie delle abitazioni retrostanti e da lì hanno raggiunto la cupola. Sono “atterrati” davanti la cella “blindata e allarmata” dove è custodito l’argenteo busto della Madonna della Civita, protettrice di Itri e della diocesi di Gaeta. La loro sacrilega razzia non ha tralasciato nulla: i vestiti di san Costanzo, le cui ossa sono conservate in una teca di vetro collocata sotto un altare nella navata di sinistra; gli addobbi dorati della statua dell’Addolorata (spada nel petto e corona in testa) con i suoi veli neri; un Bambinello e altri monili dalla mano della statua di una Vergine con il velame bianco e azzurro

Spostatisi in sagrestia, hanno trafugato incensieri, ostensorio e calici tra i quali quellodal valore economico non rilevante ma da quello affettivo impagabile, rappresentando il dono per la mia ordinazione –ci racconta al telefono don Maurizio Di Rienzo, viceparroco del paese e responsabile dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali- da parte di mamma e papà che, pur con le sue limitate condizioni economiche, tipiche di un muratore, ha voluto parteciparmi, per quel traguardo, tutto l’affetto di coloro che mi hanno messo al mondo”. Non hanno portato via danaro perché in chiesa non ce n’è mai e, con gran sollievo dei devoti, non hanno per nulla rivolto la loro attenzione alla statua argentea della Civita, oggetto, nel passato, di “attenzione” da parte dei ladri, la cui asportazione coatta avrebbe fatto scattare l’allarme collegato con la caserma dei CC. Ad amplificare la notizia del raid sacrilego anche l’omelia di padre Cherubino passionista, per qualche decennio parroco della chiesa, il quale stava celebrando, con don Carlo Saccoccio, la Messa esequiale per il funerale di Antonio Ciano, per il quale erano convenute in chiesa centinaia di persone. “Trattandosi di materiale catalogato anche civilmente –ha pure specificato don Maurizio- sarà difficile rivendere il materiale trafugato che viene, così, a perdere valore commerciale, mentre conserva intenso quello religioso e affettivo. Contiamo, come ha pure commentato nel suo messaggio di solidarietà l’arcivescovo Fabio Bernardo D’Onorio, che ha ricordato l’escalation dei furti in chiesa (Maranola, San Cosma e, ora, Itri), nel senso di ravvedimento degli autori del gesto anche con una riconsegna “anonima” di quanto trafugato, così come contiamo anche, al pari di quanto si è verificato a Santi Cosma e Damiano, sulla collaborazione investigativa e preventiva, per altri episodi simili, da parte della comunità parrocchiale”. Per ora a indagare sull’atto criminoso sono i Carabinieri della locale stazione agli ordini del comandante Giovanni Persico.

Di Orazio Ruggieri